
Terra, clima, tradizioni locali, lavoro e fattore umano. Tutto questo in una sola parola: terroir. Un termine francese – non facile da tradurre – che comprende l’insieme di condizioni naturali, fisiche e chimiche, geografiche e climatiche che danno a un vino la sua specifica, unica, identità.
Il quid che rende il “prodotto” in questione subito identificabile, facilmente riconoscibile. Un concetto complesso quello di terroir che abbraccia più fattori che interagiscono tra loro, mescolandosi e comprendendo un mondo.
Suolo e sottosuolo di un luogo, di una regione, raccontano una storia fatta di erosioni dovute a fattori chimici, fisici, biologici, ma anche legata alla presenza di microrganismi e macrofauna, concimazione minerale che si aggiunge alla concimazione organica modificando le caratteristiche del terreno.
Come pure il fattore idrico e le diverse temperature (ambienti più caldi fanno aumentare il tenore zuccherino degli acini portando di conseguenza a un vino più alcolico).
Esposizione ai raggi solari e ai venti, l’umidità più o meno consistente, fanno sì che uno stesso vitigno impiantato su diversi terreni possa produrre uve con caratteristiche diversissime. Di conseguenza anche vini molto distanti tra loro sia come struttura che come aromi.
Terroir – che si potrebbe tradurre in “terra tipica”, “luogo tipico” – è una combinazione di fattori che fanno un vino di alta qualità e riconoscibile sin dal primo assaggio:
Anche il modus di commercializzazione e di consumo ha un ruolo non secondario.
L’estremizzazione del concetto di “terroir” (soprattutto in termini di livello qualitativo del prodotto) è quello di cru.
Si tratta di un micro-terroir di fatto, presente nelle grandi regioni vinicole francesi, dove a pochi metri di distanza ci sono diverse cru.
Ne esistono anche in Italia, nelle stesse regioni, da nord a sud, anche se meno estremizzate rispetto alle cru francesi.
L’uomo, come ultimo soggetto coinvolto in questo percorso in ordine di tempo, è determinante nella produzione della qualità del vino. Può con il suo intervento vanificare o esaltare un’uva particolarmente pregiata.
Tutto ciò avviene naturalmente con il suo lavoro in vigna (dalla potatura alla legatura…), con la cura del vigneto e dei suoi frutti durante tutta la fase della loro maturazione (diradamento, concimazione minerale o altro), per concludere durante la vinificazione, l’affinamento e la conservazione scrupolosa in cantina.
Non di poco conto, infatti, anche la scelta dei momenti in cui compiere il rito del travaso, dalla botte alla damigiana o alla bottiglia. Per non parlare poi dell’importanza del giusto ambiente, dell’ubicazione delle cantine dove la lavorazione si compie e magari inizia il rito del primo assaggio.
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