
La storia dell’Azienda Abellonio è contraddistinta dalla passione per il vino trasmessa di generazione in generazione.
Roberto Abellonio parla della Cascina Piccaluga come una parte fondamentale della sua vita, ma è soprattutto il frutto del grande desiderio che spinge l’uomo a mettersi in gioco: realizzare le proprie passioni.
Le passioni di Roberto sono tutte accomunate da un elemento centrale e inderogabile: la costante ricerca della libertà e di contatto con la natura, con le mille sfumature di un mondo ancora puro ed incontaminato.
Curare vigneti e uve, vederli crescere, raccoglierne i frutti e trasformarli in prodotto finale amato ed apprezzato ripaga tutti i sacrifici della vita da viticoltore.
Nel 1996, Roberto Abellonio ha iniziato a produrre vini dopo aver rilevato gli antichi vigneti della sua famiglia, dando vita alla cantina Abellonio, che conduce con l’aiuto di sua moglie Jessica e di suo cugino ed enotecnico Alessandro.
L’azienda nasce dalla passione per il buon vino e per il territorio, elemento fondamentale dell’unicità del lavoro.
Grazie al contributo di Alessandro, la preziosa produzione degli storici vigneti di famiglia è gestita con avanzate tecniche di vinificazione, fondendo nel migliore dei modi modernità e tradizione. La saggezza tramandata dagli avi unita ad una filosofia basata sulla sostenibilità.
La produzione dei vini è accompagnata da una grande attenzione per l’ambiente, utilizzando per quanto possibile le energie rinnovabili, recuperando acqua piovana e coltivando i vigneti con la tecnica della lotta integrata, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’azienda.
La sperimentazione di nuove tecniche enoiche è continua, nei vigneti così come in cantina.
Se è vero che la storia della cantina è abbastanza recente, è altrettanto vero che le terre e i vigneti di proprietà hanno una storia di più di 100 anni. Infatti, il bisnonno di Roberto Abellonio ha acquistato e impiantato le prime vigne ai primi del ‘900 e alcune di esse sono ancora oggi presenti. A queste se ne sono aggiunte altre, fino ad arrivare agli attuali 10 ettari di terreno vitato, di cui la quasi totalità in Altavilla, tranne due nella zona del Barbaresco.
La passione per il vino, trasmessa di generazione in generazione dal bisnonno Carlo a nonno Vittorio, fino a papà Giancarlo.
Nelle colline vicino ad Alba, in località Altavilla, l’ottocentesca cascina Piccaluga svetta al di sopra di uno dei territori più belli del mondo.
La storia di Cascina Piccaluga ha inizio alla fine del 1800, quando un medico genovese acquistò i terreni ed un piccolo casotto sulle colline sovrastanti Alba, in località Altavilla.
Con gli anni i terreni aumentarono, cosicché il medico fece costruire una casa padronale ed una piccola stalla sulla sommità della collina. Un vero e proprio “balcone” affacciato sulle Langhe e immerso nei vigneti.
Chiamò la cascina Piccaluga, che in dialetto genovese significa “prendi l’uva”.
Il bisnonno di Roberto Abellonio, Carlo, ai tempi mezzadro del medico, decise di seguire i suoi passi. All’inizio del 1900 comprò una parte della cascina dedicandosi alla coltivazione dei vigneti e all’allevamento di qualche bovino di razza piemontese. Ed anche di alcune pecore, specchio dell’economia agricola in Langa tra le due Guerre Mondiali.
Il vero tesoro di questo territorio è nascosto nel sottosuolo, nelle caratteristiche del suo terreno, dove 16 milioni di anni fa al posto delle Langhe c’era il Mare Padano. Le Langhe vantano una particolare composizione e struttura, tali da rendere il terreno adatto a conferire caratteristiche inimitabili all’uva ed al vino.
Il suolo, pur conservando una conformazione comune, presenta notevole variabilità da collina a collina, da versante a versante, e perfino da vigneto a vigneto. Rendendo in questo modo possibile l’origine di vini con caratteristiche sempre diverse.
Le diverse percentuali di combinazione tra argille, marne calcaree, marne bluastre, sabbie e gessi solfiferi negli strati del sottosuolo regalano vini di eccellente struttura, finezza, eleganza e persistenza.
Sono coltivati vigneti di Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis, Moscato, Chardonnay.
Per Alessandro la filosofia della vinificazione è quella di preservare al massimo le caratteristiche dell’uva di ogni vigneto limitandosi ad accompagnare l’uva nel suo percorso. Infatti, durante il processo di vinificazione gli interventi sono ridotti al minimo e ogni sforzo è indirizzato a salvaguardare le peculiarità del frutto.
Per le uve bianche si utilizzano fermentazioni lente e a basse temperature per preservare i profumi delle nostre varietà autoctone bianche. Per le uve rosse le macerazioni sulle bucce durano parecchio tempo, e possono superare anche i 30 giorni nelle annate migliori e per i vitigni tardivi quali Barbera e Nebbiolo.
Grande attenzione nella scelta dei legni per l’affinamento del vino, selezionando: tipologia di botte, produttore, foreste di provenienza e tipo di tostatura. Le botti non sono tostate, in modo da esaltare la naturale evoluzione dei nostri vini.
Il periodo di affinamento, stabilito in funzione del vino e non dettato da scelte commerciali, prosegue fino al raggiungimento della perfetta armonia.
La sostenibilità ambientale è un principio fondamentale per Roberto Abellonio e guida le sue scelte in vigna e in cantina. Dal 1995, l’azienda aderisce alle Misure Agroambientali promosse dalla Regione Piemonte, seguendo le indicazioni dei Disciplinari regionali della lotta integrata. Questi Disciplinari prevedono norme tecniche specifiche e indicazioni fitosanitarie vincolanti.
Negli anni sono stati ridotti al minimo gli interventi di fertilizzazione prediligendo l’uso di concimi di origine organica.
Alcuni vigneti sono concimati utilizzando la tecnica del sovescio seminando diverse essenze vegetali, che a maturità vengono interrate. Di conseguenza vanno a formare humus e sostanza organica. Tale tecnica contribuisce a rendere soffice il terreno e rilasciare azoto in modo graduale, migliorando le caratteristiche pedologiche delle radici.
Non sono effettuati trattamenti con insetticidi, in quanto sono state introdotte nei vigneti le trappole per la confusione sessuale.
La gestione dei filari e dell’erba è fatta con l’utilizzo di lavorazioni meccaniche, come la trinciatura, operazioni che salvaguardano il terreno dai fenomeni di erosione e dal conseguente rischio di frane.
In cantina sono utilizzate fonti rinnovabili per soddisfare in larga parte il fabbisogno energetico. Con l’impiego di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di pannelli solari per la fornitura di acqua calda.
L’impianto il riscaldamento dei locali funziona con l’uso di una caldaia a pellet.
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