
All’inizio del secolo, il trisavolo Giuseppe Sculco e successivamente il trisavolo Francesco Senatore, con la cantinetta sita in «Corfú Vecchiu”, si erano dedicati al settore. Il bisavolo Antonio, dagli anni ’30, ha poi dato grande impulso e sviluppo all’azienda, impiantando i vigneti che ancora oggi rappresentano il cuore verde della tradizione viticola di famiglia. Inoltre negli anni ’40, unitamente al fratello Raffaele, ha costruito l’antica cantina in pietra in località «Corfu Novu” che ha rappresentato per circa mezzo secolo la sede dell’attività con un volume commerciale e di stivaggio di circa duemila ettolitri per anno.
I figli Giuseppe e Franco, vitivinicultori già in giovane età, ne hanno seguito le orme mentre Raffaele e Salvatore, pur essendo medici specialisti e professionisti affermati, non hanno mai abbandonato il sentimento romantico, la passione nostalgica dei ricordi d’infanzia e la voglia di riaffermare l’antica tradizione.
Oggi, uniti come sempre, hanno ridato forza all’arcano sentimento del padre Antonio, progettando il nuovo complesso enologico in località «San Lorenzo” in Ciró Marina, coinvolgendo nell’aspirazione l’entusiasmo della nuova generazione dei propri figli: i tre Antonio, Emilio e Vito. Sono loro, 5 giovani, a rappresentare l’oggi e il domani della «Senatore Vini”.
La passione per il vino, trasmessa di generazione in generazione dal bisnonno Carlo a nonno Vittorio, fino a papà Giancarlo.
La famiglia Senatore é considerata, nel panorama vitivinicolo del Ciró, una testimonianza antica di competenza e tradizione. Il patrimonio dell’Azienda é rappresentato da 40 ettari complessivi di cui 30 circa vocati a vigna, con produzione di vino DOP e IGP e presenta una locazione suddivisa in quattro grandi ambiti presenti tutti in area DOP. I vigneti sono coltivati rispettando le piú attente tecniche di allevamento, in consulenza scientifica costante con ambienti universitari qualificati, in sintonia, in equilibrio e con il rigoroso rispetto dell’ambiente.
L’Azienda é situata in Ciró Marina, terra degli Enotri e dei Bretti, culla della Magna Grecia. Krimisa era l’antico nome; l’epoca storica il VII — VIII secolo a.C. Il fondatore della Sacra Krimisa fu Filottete, eroe mitologico dell’Odissea, che di ritorno dalla guerra di Troia, consacró le sacre frecce di Ercole nel Tempio di Apollo Alaios, le cui vestigia attualmente sono locate nell’odierna Punta Alice in Ciró Marina.
Il vino a Ciró é archeologia e cultura! Numerose le testimonianze di vasi vinari in terracotta con i sigilli di produzione siti nelle tante «fattorie brettie” dislocate nel territorio.
L’utilizzo delle basse temperature e quindi del freddo, é largamente diffuso soprattutto in fase di vendemmia e pigiatura. Il freddo, infatti, preserva in maniera naturale i precursori aromatici contenuti nelle uve (sulle bucce). Sono questi che in un secondo momento forniranno il caratteristico aroma al vino ed eviteranno che detti precursori vengano “bruciati” da fermentazioni spontanee dovute al caldo.
“Il vino si fa anche con l’uva” è un vecchio adagio che torna di moda quando si parla di vini “costruiti”. Ci riferiamo a prodotti artefatti, alterati da sostanze chimiche che offrono profumi specifici, ma non certo naturali. La nostra mission aziendale, invece, è di concentrarci su una produzione salutare. Riteniamo che si possa andare ugualmente incontro al benessere dei nostri consumatori, tanto che ci fregiamo di essere dei fieri produttori biologici. Tale riconoscimento é stato possibile nel tempo grazie al lavoro del nostro General Manager Raffaele Senatore, medico di professione, che ci ha imposto fin dall’inizio l’obiettivo di produrre vini eccellenti, ma soprattutto sani.
Nella fase di stoccaggio e di imbottigliamento é di particolare interesse l’uso dell’azoto, che altro non é che un gas alimentare/naturale. Esso si sostituisce all’ossigeno e permette di preservare in maniera ottimale i vini. La sua azione é efficace ed immediata e fa sí che si eviti il contatto con l’ossigeno. Questo, infatti, farebbe partire dei processi di ossidazione che intaccherebbero le sue caratteristiche organolettiche. L’ossigeno, nello spazio tra la parte finale del tappo delle cisterne e la superficie del vino, viene sostituito da questo gas alimentare, l’azoto.
Tale pratica nel tempo ha rimpiazzato la ben piú arcaica tecnica dell’olio, che veniva concentrato (grazie ad un peso specifico inferiore) dove ora fluttua il gas alimentare. L’ossigeno é il piú pericoloso dei cosiddetti «3 nemici del vino”. A questo si aggiungono la luce diretta del sole, che viene combattuta con le ormai comuni cisterne di acciaio inox che non fanno trapelare nulla, e gli sbalzi di temperatura, ormai evitati grazie a delle nuove e moderne cisterne ad ambiente refrigerato e a temperatura controllata.
La crio-precipitazione é un processo che ci permette di stabilizzare i vini e creare i presupposti affinchè affrontino lunghi viaggi senza che alterino le proprie caratteristiche organolettiche e che si creino questi brutti e fastidiosi “cristalli”. Spesso questi viaggi infatti avvengono in condizioni di conservazione non ottimali, al caldo e per lunghi periodi; immaginate infatti quanto tempo passa per spedire via mare i vini nei container, mesi, e spesso senza nessuna coibentazione.
Il percorso che segue la Senatore Vini per la crio-precipitazione deriva da un’evoluzione fisica che sfrutta solo ed esclusivamente la bassa temperatura. L’alternativa, ahimé, é orientarsi su un metodo chimico addizionando prodotti enologici. Questa tecnica purtroppo ha una diffusione capillare nel nostro settore, in quanto è più conveniente sia dal punto di vista economico che nei tempi, ma non tutela sicuramente la salute del consumatore.
La differenza è che nel primo caso si utilizza solo la temperatura, con tempi piú lunghi e conseguenti costi maggiori; pensate infatti che seguendo questa via, ci sono frigoriferi in funzione a bassissime temperature per diverse settimane, infatti si realizza il raffreddamento del vino, raggiungendo temperature minime, prossime al congelamento, ma che fanno congelare solo tutto ció che é corpuscolare e che viene poi eliminato, ad eccezione quindi del vino che invece contiene alcol e gli permette di non congelare ai classici 00, ma di resistere qualche grado in piú… quel che basta per terminare le operazioni di stabilizzazione.
Nel secondo caso si ridurrebbe notevolmente il tempo di attesa aggiungendo prodotti chimici a basso costo. Basta pertanto un investimento contenuto dal punto di vista economico e si stabilizza il vino con molta piú facilità e costi inferiori visto il risparmio dei frigoriferi, ma con quali controindicazioni? Bhé, tutto ció che si utilizza di chimico in questa fase di produzione, la ritroverete nel bicchiere al momento della degustazione, a differenza del processo fisico che sfrutta solo la bassa temperatura e che quindi non addiziona i vini di altre sostanze.
Uno degli aspetti principali della moderna viticoltura é sicuramente l’attenzione al territorio, la ricerca costante della qualità, il basso impatto ambientale. Sicuramente, per arrivare a ció, uno dei mezzi principali é abbassare la resa per ceppo, in parole povere una bassa produzione di uve.
É un aspetto molto importante se vogliamo ottenere qualità. Questa tecnica di coltivazione, infatti, consente alla vite di non essere sfruttata in termini di quantità ma che ripagherà, certamente, in termini qualitativi. Basti pensare al solo fatto che se una vite produce di meno, questa conferisce alle uve e ai vini aromi complessi ed eleganti e crea le basi per la produzione di vini strutturati, di grande corpo e finezza.
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