
Il più giovane dei giovani, il primo di una nuova annata, colui che apre le danze del nuovo raccolto, ecco il vino novello.
Il vino novello risale ai primi del ‘900 nella zona francese di Beaujolais Nouveau e da cui prende il nome. Fu proprio un ricercatore francese, un certo Sig. Flanzy, il primo a sperimentare la tecnica con cui nasce questo vino.
Mise a contatto i grappoli con l’anidride carbonica e si accorse che il gusto del mosto era piacevole e assolutamente delizioso.
Considerata la Francia, la madre del Novello, i vignaioli della zona di produzione, per superare un momento di stallo, misero sul mercato il Beaujolais Nouveau, vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale.
In Italia la sua produzione risale agli inizi degli anni ’70 e sono utilizzate diverse qualità di uve.
La vinificazione con cui viene prodotto è unica nel suo genere, si chiama macerazione carbonica.
Si conservano i grappoli integri, vengono adagiati in vasche d’acciaio chiuse ermeticamente e completamente sature di anidride carbonica, quindi in assenza di ossigeno. Qui vengono lasciati per un periodo compreso tra i 5/15 giorni a temperatura di circa 30°C.
All’interno di queste vasche avviene una fermentazione alcolica intracellulare a carico degli zuccheri e dell’acido malico, poi in acido piruvico, poi in aldeide acetica e infine ad alcol etilico.
Durante questo processo, la buccia si indebolisce e l’uva si schiaccia sotto il suo stesso peso, rilasciando del liquido. Al termine di tutto questo, avviene la pigiatura e il trasferimento nei tini per la fermentazione.
Una fermentazione alcolica rapida, da 2 a 4 giorni circa e il vino presenterà colori intensi e vivaci, profumi floreali, fruttati e vinosi. Sentori freschi ed equilibrati con tannini delicati.
Legislazione e regolamento per la produzione e la sua vendita del vino novello:
Non tutte le cantine producono questo vino e i numeri ne confermano il consumo più ridotto ma senz’altro più ricercato negli anni da coloro che lo apprezzano. Soprattutto considerando la produzione nel nostro paese (alta) al suo nascere, rispetto ad oggi.
Piace a pochi, lo “snobbano” in tanti. Alcuni non lo considerano un vino ma un “succo d’uva” considerando la sua bassa gradazione alcolica 11% Vol.
È un vino fresco, vivace, giovane, carico di tutti quei profumi che ne ricordano l’uva appena pigiata.
Certo, non può invecchiare. È un vino da bersi nei suoi primi 6/8 mesi di vita. Un giovane vino da degustare per quello che è, con pietanze tipiche del periodo autunnale oppure con: caldarroste, funghi e formaggi (non troppo stagionati), polenta con ragù di salsiccia o di insaccati nostrani.
Un calice pieno di energia, di vita e voglia dei primi tepori davanti a un camino.
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