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Catalanesca: origini, caratteristiche e abbinamenti
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Catalanesca: origini, caratteristiche e abbinamenti

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

È questo un vitigno poco conosciuto rispetto a tanti altri campani, eppure il, vino a cui dà origine è di gran qualità. Hai mai sentito parlare del vitigno Catalanesca? Se la risposta è no, non ti preoccupare, probabilmente non sarai il solo. Si tratta infatti di una varietà che ormai si trova in aree molto ristrette della Campania. Non può certo essere paragonata, per area di coltivazione, ai più famosi vitigni di questa regione.

Tuttavia, le uve Catalanesca, pur essendo ormai prodotte in bassissima percentuale, danno vita ad un vino davvero di ottima qualità che vale la pena degustare almeno una volta. E allora ecco perché troviamo giusto soffermarci su questo vitigno, andando alla scoperta della sua storia e delle sue caratteristiche. Non importa se può essere considerato una varietà meno famosa delle altre, per chi è amante del vino quel che conta, sempre e comunque, è solo la qualità delle uve! 

Caratteristiche organolettiche e origini

Come abbiamo anticipato, il Catalanesca è un vitigno a bacca bianca campano che a oggi si trova solamente in alcune zone di questa regione, tra i comuni di San Sebastiano, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia e Ottaviano.

Le sue origini sono spagnole, fu infatti importato dalla Catalogna alla Campania nel 1450 da Alfonso I d’Aragona, monarca del regno delle Due Sicilie. La storia è davvero curiosa e per questo te la raccontiamo. Si dice che il Re Alfonso si fosse perdutamente innamorato di una giovane fanciulla originaria di Somma Vesuviana, incontrata per caso in occasione della vigilia della festa di San Giovanni Battista. Durante questa festa, come voleva la tradizione, le fanciulle nubili usavano offrire ai propri amati una piantina di orzo o di grano raccogliendo in cambio offerte per poter aumentare la cura dei dettagli della processione stessa: era una sorta di pegno d’amore. Così Lucrezia d’Alagno, allora appena 18enne, offrì una piantina proprio a Re Alfonso. Da quel momento ebbe inizio una travolgente storia d’amore tra di loro e il sovrano, in occasione di una delle tante giornate trascorse a Somma Vesuviana insieme alla sua amata, decise di regalarle delle barbatelle di uva “catalana”. Furono impiantate sulle pendice del Monte Somma, tra Somma Vesuviana e Terzigno, Lucrezia d’Alagno se ne prese cura ogni giorno e da quel momento l’uva cominciò a crescere rigogliosa.

La Catalanesca ha vissuto periodi difficili e la sua presenza sul territorio campano è stata costante fino all’epoca post-fillosserica. Poi ne è crollata la presenza. Negli anni successivi, sul vitigno Catalanesca, non si è mai investito così tanto. Ecco spiegato perché a oggi queste uve vengono coltivate soltanto in un’area decisamente ristretta della Campania. 

Tra l’altro è utile sapere che l’iter per far assumere alla Catalanesca il rango di uva da vino si è concluso relativamente di recente: nel 2006, dopo che dagli anni Novanta la diatriba era aperta e la discussione parecchio accesa. Solo dal 2011, quindi da poco più di dieci anni, il Catalanesca può essere messo in commercio sotto la denominazione Catalanesca del Monte Somma IGT.

Insomma, non ha avuto vita facile questo vitigno che però ha restituito nel tempo, grazie soprattutto a quei produttori che non si sono arresi e hanno continuato a dedicarsi con amore e dedizione alla coltivazione di queste uve, ben consapevoli delle loro qualità. A oggi la superficie dedicata alla coltivazione di questo vigneto ammonta a 54 ettari.

Quali sono le caratteristiche di questa uva? La Catalanesca è caratterizzata da un grappolo piuttosto rado, ha acini di forma rotondeggiante e una buccia di un bel colore dorato, piuttosto spessa. Si tratta di un uva tardiva, significa che raggiunge la sua perfetta maturazione in ritardo rispetto alla media. La vendemmia si fa generalmente tra ottobre e novembre. 

Che gusto ha il Catalanesca?

Il vino che deriva da queste uve assume un colore giallo paglierino con riflessi dorati che sono poi quelli tipici degli acini. In bocca, il Catalanesca del Monte Somma IGT è discretamente minerale, al naso sono evidenti e particolarmente marcati i sentori di albicocca e di ginestra. Un giusto periodo di affinamento in bottiglia metterà il vino nella condizione ideale per sprigionare al meglio tutti i suoi profumi e evidenziare le sue migliori qualità. Cosa dire su gradazione e temperatura di servizio di questo bianco? Il Catalanesca si aggira intorno ai 13 gradi e, per rendere al meglio, dovrà essere servito a una temperatura compresa tra 8 e 10 gradi. Esiste anche una versione passita di questo vino: in questo caso la temperatura di servizio ideale è di 10 gradi.

I migliori abbinamenti col cibo

Occupiamoci adesso degli abbinamenti tra cibo e vino: quali sono i piatti meglio esaltati nei sapori degustando un calice di Catalanesca? Per le caratteristiche che lo contraddistinguono, questo bianco campano va benissimo se accostato a ricette che richiedono sapidità e freschezza.

Per fare qualche esempio, si rivela perfetto se degustato davanti a una zuppa fumante di ceci oppure a una minestra di legumi. Ma trova ispirazione anche con piatti di pesce, in particolare quelli a base di frutti di mare e baccalà. Insomma, è un vino abbastanza versatile che può essere degustato in numerose occasioni. Sempre alla giusta temperatura, per fare in modo che esprima il meglio di sé. 

Le migliori cantine dove acquistare Catalanesca

A quali cantine fare riferimento per poter acquistare dell’ottimo vino Catalanesca? A dispetto del fatto che sia questo un vitigno di seconda fascia rispetto ai più blasonati vitigni campani (Falanghina e Fiano, ad esempio), le cantine che lavorano le uve Catalanesca sono numerose. Aziende di piccole dimensioni che hanno però “lottato” nel corso degli anni per difendere queste uve da chi le considerava non di qualità. E così oggi è possibile acquistare delle buone bottiglie battendo le cantine dell’area in cui il vitigno Catalanesca è coltivato.

Le Cantine Olivella rappresentano una realtà molto interessante in questo senso. Situate nel cuore del complesso vulcanico Somma-Vesuvio, producono un vino di ottima qualità e da sempre hanno investito sulle caratteristiche organolettiche di queste uve, considerate semplici ma allo stesso tempo molto fedeli al territorio in cui crescono e alle sue complessità. Anche la Tenuta Le Lune del Vesuvio è una delle aziende che produce il Catalanesca. Ubicata a Terzigno, produce il Catalanesca del Monte Somma IGT Cervone, dai profumi intensi, fortemente influenzati dal territorio agro vesuviano in cui i vitigni sono coltivati.

Creato il 16/03/2023. © Riproduzione riservata.