
Che siano mossi o fermi, regalano una serie interminabile di abbinamenti a tavola e sono perfetti per soddisfare anche i palati più esigenti. Ma cosa vuol dire vino bianco secco?
Con questa classificazione si intende un vino nel quale gli zuccheri dell’uva si sono trasformati completamente in alcol durante la fermentazione. In alcuni casi (rari) possono anche essere presenti ma in quantità così ridotte da non essere avvertibili al gusto.
Il vino secco infatti è un vino che al palato non è assolutamente dolce e questa caratteristica è una conseguenza del processo di fermentazione.
In generale possiamo dire che un vino con meno di 10 grammi di zucchero residuo è considerato secco e oltre 30 grammi è considerato vino dolce o vino da dessert.
Nonostante si tendi a identificare i vini secchi soprattutto come bianchi, questa etichetta è associabile anche a rossi e rosati.
Certamente nei rossi è più difficile individuare questa caratteristica che a volte viene confusa e resa poco immediata dai processi di invecchiamento oppure dalla struttura importante di alcuni rossi.
Generalmente questo prodotto si abbina più al salato che al dolce. Ottimo per accompagnare minestre in brodo o di verdura ma anche in abbinamento con antipasti magri a base pesce o pollo, con le uova, con risotti a base di pesce.
Sono soprattutto i vini bianchi a essere definiti secchi. Molte sono le uve a bacca bianca che vengono utilizzate per la produzione di questi tipi di vino.
Il Sauvignon Blanc, per esempio, con i suoi sapori citrici e l’elevata acidità; oppure il Riesling, che per la verità viene usato anche per la produzione di bianchi dolci ma è un’uva che si presta anche per la produzione di vini secchi.
Il Pinot Bianco, con la sua acidità, e il Viognier, particolarmente utilizzato per la produzione di vini francesi. Ed altri ancora.
Non esiste una sola versione di vini bianchi secchi. In commercio ci sono infatti vini fermi ma anche frizzanti e la scelta tra uno e l’altro dovrà essere effettuata tenendo presente quelli che sono i tuoi gusti personali.
Ti piacciono i vini mossi o sei un amante dei vini fermi? Potrai trovare il vino che fa per te attingendo da una lunga lista di prodotti che, a seconda di come sono stati lavorati, presenterà delle caratteristiche piuttosto di altre.
Con questa definizione si intende un vino che non presenta alcuna effervescenza. Un bianco fermo può essere fruttato, profumato, secco o delicato ed è in grado di regalare una moltitudine di varianti tutte da scoprire.
Quando si parla di vino bianco fermo è sbagliato pensare che la scelta debba ricadere su una sola tipologia di vino.
Esistono tantissimi bianchi fermi dalle caratteristiche così diverse da poter accontentare anche il palato più fine.
Ecco qualche esempio di vino bianco fermo:
Al bianco fermo si affianca quello frizzante o mosso. Con questa definizione si intende un vino che si posiziona a metà tra un fermo e uno spumante.
Il vino frizzante contiene anidride carbonica ma di certo si scosta dalla classica bollicina.
Le direttive europee definiscono questo tipo di vino come un prodotto che presenta “una sovrappressione, dovuta all’anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione in soluzione, non inferiore a 1 bar e non superiore a 2,5 bar”.
Tra i vini bianchi più apprezzati troviamo senza dubbio il Verduzzo del Veneto, con le sue note di miele e frutta secca che lo rendono davvero particolare; lo Chardonnay, di colore giallo tenue con riflessi verdastri, che si ottiene per rifermentazione naturale in autoclave da uve Chardonnay e Tocai.
Menzioniamo anche il Moscato d’Asti insieme al Pinot Bianco e alla Malvasia. Tutti validi esempi di bianchi mossi.
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