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Cantine italiane: le 4 più importanti al mondo
Stile e cultura del vino

Cantine italiane: le 4 più importanti al mondo

Silvia Cutuli
Silvia Cutuli
Giornalista

Rientrano nella prestigiosa World’s Best Vineyards 2021: sono le quattro cantine italiane dove sorseggiare un calice immersi in luoghi di design unici al mondo.

Indice:

Pronti a partire? Il World’s Best Vineyards è il concorso mondiale dedicato all’enoturismo, che coinvolge oltre 600 esperti su 22 Paesi a livello planetario.

Tutto si svolge grazie al lavoro di una Academy internazionale, il cui giudizio è basato sull’esperienza complessiva che ogni realtà offre. La buona notizia è che tra le destinazioni inserite nella nuova classifica appena stilata, ben quattro location sono italiane.

Come si giudica la miglior cantina?

Si valutano fattori come la bellezza dei luoghi, l’offerta gastronomica, passando per le differenti esperienze proposte:

  • incontro tra vino, arte e design
  • ospitalità di alto livello nel cuore di ambienti rurali disegnati dalla mano dei più apprezzati nomi dell’architettura.

Cantine italiane: posizione n.6 per Antinori nel Chianti classico

Il futuro ha radici antiche per la famiglia Antinori con una storia nella produzione del vino lunga ben 600 anni. Una cantina questa nel Chianti Classico aperta nel 2012 per rinsaldare le radici con la terra d’origine.

Materiali del territorio e rispetto dell’ambiente i concetti privilegiati nel design dello spazio, punto di riferimento per tutti gli eno-appassionati. 

Il design firmato da Marco Casamonti

È un luogo sacro di silenzio, tempio di riti antichi dell’uva, ma è allo stesso tempo un luogo di produzione che deve rispondere a certi requisiti di qualità. racconta Marco Casamonti, l’architetto di Antinori nel Chianti Classico. 

Il terroir e i vini

Il vigneto circostante è coltivato con la varietà tipica del Chianti Classico, il Sangiovese, insieme alle altre che storicamente gli vengono affiancate: il Canaiolo, il Ciliegiolo, il Colorino, la Malvasia nera, il Mammolo.

Una piccola parte è dedicata anche a vitigni internazionali, il Cabernet Sauvignon e Franc. 

Peppoli – Chianti Classico Docg: da uve Sangiovese, aromi floreali e fruttati.

Villa Antinori Chianti Classico Riserva – Chianti Classico DOCG Riserva: una Riserva di un classico toscano da uve Sangiovese e altre complementari rendendo omaggio alla lunga tradizione del vigneto.

Vinsanto Marchese Antinori – Vinsanto del Chianti Classico DOC uve Trebbiano e Malvasia che vengono appassite in modo naturale, gusto intenso e ricco di aromi, vino morbido al palato.

Ferrari

Posizione n.61 per Ferrari (Trento)

Le montagne del Trentino custodiscono oggi il più grande vigneto italiano di Chardonnay grazie all’intuizione di Giulio Ferrari, fondatore della cantina oggi guidata dalla terza generazione della famiglia Lunelli che dal fondatore la ereditò. 

Vigneti con cui competere con gli champagne francesi e che sono oggi mantenuti e curati come giardini tutti certificati biologici. La cantina Ferrari è tra i produttori leader in Italia di vini-spumanti Metodo Classico, la prima DOC in Italia dedicata al solo Metodo Classico.

Bollicine che sono il simbolo dell’arte di vivere all’italiana e che accompagnano i più grandi eventi sportivi e non solo.

Bollicine italiane

Dal Ferrari Brut, etichetta storica della casa, frutto di sole uve Chardonnay  alla linea Gran Cuvée; Trentodoc millesimati Chardonnay lasciati affinare per almeno cinque anni all’interno di bottiglie di formato speciale.

La collezione annovera la linea:

  • Classica
  • Maximum
  • Perlé
  • Riserve
  • Gran Cuvée
  • Limited Edition
Ceretto Langhe

Posizione n. 73 per il Ceretto delle Langhe

L’azienda fondata negli anni Trenta del Novecento e che dal 2010 ha avviato un processo di conversione di tutti i vigneti ad agricoltura biologica nel territorio piemontese delle Langhe.

Per valorizzare luoghi già di per sé straordinari come dimostrano le due cantine d’autore, un ristorante 3 stelle michelin e opere d’arte e architettura moderna come simboleggia l’Acino, bolla sospesa nella tenuta Monsordo – quartier generale Ceretto dall’aspetto futuristico di una navicella spaziale.

Il terroir

Un mosaico di vigneti dal momento che la tenuta si è ingrandita con l’acquisizione di vigneti nel Roero e delle Langhe, con alcune parcelle di grande pregio, situate nei più famosi territori del Barolo Barbaresco, come Bricco Asili e Bricco Rocche.

Grazie a un parco vigne di straordinario valore, oggi la cantina è in grado di proporre una gamma di etichette: da Langhe D.O.C. Arneis Blangè, il lato bianco dei vini piemontesi nato nel territorio del Roero; al Nebbiolo d’Alba D.O.C. Bernardina e al classico Barbaresco D.O.C.G.

Gaja

Cantine italiane: posizione n. 83 per Gaja (Barbaresco)

Dal 1859 la famiglia produce vini da uve Nebbiolo per la produzione del Barbaresco, vino rosso di pregio che si produce solo nel territorio di Alba (per la sola frazione di San Rocco Seno d’Elvio), Barbaresco, Neive e Treiso.

Nel 1996 è stato una delle prime DOC italiane. Dall’esigenza di creare un’istituzione regionale per la promozione del Barbaresco, nasce l’Enoteca Regionale del Barbaresco che rappresenta oggi i Barbaresco di 142 aziende del territorio.

Grazie agli speciali Tour dei Cru si possono intraprendere delle visite alla scoperta delle vigne storiche e delle produzioni agricole che danno origine ai prodotti tipici di filiera corta della zona.

Lettura consigliata: Guida alle diverse tipologie di vino

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Creato il 22/12/2021, aggiornato il 27/07/2022. © Riproduzione riservata.
Silvia Cutuli
Sull'autore:
Giornalista
La scrittura? Una passione divenuta la mia professione e che oggi condivido con i miei studenti dell'Accademia di Costume e Moda e dell'Istituto Europeo di Design. La scrivania della mia cameretta è stata da sempre il luogo dove rifugiarmi, carta […]