
Donne e vino: un legame storico
Da Madame Clicquot (nell’Ottocento) a Roberta Ceretto (oggi), tantissimi i nomi di coloro che si sono fatte largo in un settore prevalentemente maschile, costruendo un legame diventato quasi un mito: quello tra donne e vino.
Indice
- Donne e vino: un’associazione le rappresenta
- Donne e vino: uno sguardo al passato
- Le imprenditrici di oggi
Il mondo del vino è, a oggi, un mondo prevalentemente maschile dove le donne fanno sempre un po’ più fatica a farsi spazio.
Colpa di una cultura che relega il genere femminile ai margini di questo settore, dando vita a un meccanismo che per le donne si rivela spesso penalizzante.
Ma c’è anche chi, in questi anni, si è disinteressata delle dinamiche tipiche di questo settore e, in barba ai miscredenti, è riuscita ad affermarsi nel campo del vino.
La cosa potrebbe suonare strana alle orecchie dei più “tradizionalisti” eppure se andiamo a vedere bene, quello tra donne e vino è un legame che potremmo definire quasi storico che è nato secoli fa e che si è rafforzato nel corso del tempo.
Sono tante le donne che, nei secoli, si sono date da fare per affermarsi in un mondo decisamente maschilista. Donne che hanno studiato, affinando le loro competenze e riuscendo a centrare traguardi importanti.
Donne desiderose di dire la loro, di portare avanti tradizioni di famiglia e non solo. E negli ultimi anni sempre più di frequente il mondo del vino ha aperto anche al genere femminile.
Scopriamo quali sono state fino a oggi le donne che hanno deciso di sfidare ogni difficoltà per affermarsi nel settore vinicolo.
Donne e vino: un’associazione le rappresenta
Dire che oggi il mondo del vino contempla nella stessa percentuale la presenza di uomini e di donne sarebbe non veritiero.
Questo settore continua a essere prevalentemente appannaggio degli uomini perché il mondo dei vignaioli resta un ambiente agricolo e quindi, come da tradizione, prevalentemente maschile.
Certo è che negli anni l’imprenditoria femminile è cresciuta e di questo importante dato va preso atto. Molte donne hanno deciso per esempio di seguire le orme dei genitori e continuare così una tradizione vinicola che un tempo probabilmente si sarebbe interrotta.
Proprio per sostenere e tutelare le donne che operano in questo settore, nel 1988 è nata l’Associazione Nazionale Le donne del vino che è oggi la più grande del mondo dato che conta circa 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte di vino in tutta Italia.
Ha come obiettivo principale quello di diffondere la cultura e la conoscenza del vino attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna nel settore vitivinicolo.
Un obiettivo sicuramente prestigioso e meritevole visto che, nonostante i grandi passi avanti effettuati, quello del vino resta un ambiente prevalentemente maschile.
La presidente dell’Associazione è Donatella Cinelli Colombini, oggi a capo del Casato Prime Donne di Montalcino, la prima cantina italiana gestita interamente da donne. Una figura sicuramente di riferimento per tutte quelle donne che si approcciano al mondo del vino e che vogliono dunque trovare ispirazione.
Donne e vino: uno sguardo al passato
Come dicevamo, già in passato sono state numerose le donne che si sono interessate di vino, cercando di sgomitare in un mondo che le avrebbe volute relegate in un angolo.
E invece più di qualcuna ce l’ha fatta, riuscendo a farsi apprezzare nel mondo vinicolo. Celebre la frase di Madame de Pompadour, grande conoscitrice di vino e bollicine: “Lo Champagne è l’unico vino che lascia bella una donna dopo aver bevuto”, a dimostrazione della passione anche delle esponenti del mondo femminile per il buon bere.
Il mondo delle bollicine ha sempre visto in ascesa le donne. È il caso di Madame Clicquot che nel 1805, dopo essere rimasta vedova all’età di 27 anni, decise di prendere in mano le redini dell’azienda, guidandola per mezzo secolo e facendole raggiungere risultati davvero prestigiosi.
E ancora, vale la pena menzionare un’altra grande donna, Madame Pommery che decise di prendere la guida dell’azienda fondata nel 1836 dopo la scomparsa del marito e si fece portatrice di scelte che segnarono una svolta nel mondo delle bollicine.
Decise infatti di produrre e vendere non più vini fermi ma Champagne, creando così la propria Maison de Champagne.
Le imprenditrici di oggi
Torniamo al presente: quali sono le donne che oggi si sono fatte largo nel mondo del vino?
Sicuramente Roberta Ceretto, a capo dell’omonima azienda piemontese. Passione del vino e anche passione per l’arte.
È stata sua, infatti, l’idea di ristrutturare la cappella delle Brunate di La Morra (oggi più conosciuta come Cappella del Barolo) reinterpretata con gli originali colori degli artisti Sol LeWitt e David Tremlett.
Nel mondo dello Champagne spicca il nome di Alice Tétienne, direttrice dei vigneti della Maison Henriot. E ancora, quello di Marie Jacquart, proprietaria della Maison de Champagne André Jacquart e nipote del fondatore dell’azienda
Tornando in Italia, ecco Anna e Valentina Abbona, madre e figlia, delle Cantine dei Marchesi di Barolo. Due donne che condividono la grande passione per il vino.
Nelle Langhe, invece, risuona il nome di Sara Vezza, giovane imprenditrice impegnata in prima linea nelle vigne che la sua famiglia coltiva a Monforte d’Alba.
Insomma l’elenco di donne che negli anni hanno lavorato con grade determinazione per farsi spazio in un mondo prevalentemente maschile sono tante.
Tutte con storie diverse alle spalle ma con un minimo comune denominatore: la passione per la terra e per i suoi meravigliosi frutti.
ROSADIVINI dà voce a tutti protagonisti del vino, esperti e produttori, con particolare attenzione nei confronti della presenza femminile nel settore: a quelle realtà, produttive ma non solo, guidate prevalentemente da donne che si stanno sempre più affermando, con successo, sul territorio italiano.
Vi proponiamo quindi di scoprire le etichette della Cantina Col di Lamo. Giovanna Neri è proprietaria di questa realtà esclusiva tutta al femminile. Quella di Col di Lamo è una produzione di assoluta qualità e ricercatezza. Come vini spiccano il Rosso di Montalcino, il Brunello di Montalcino, il Lamo e l’Acquavite.
Nelle terre ebolitane, segnaliamo i vini della Cantina Rossella Cicalese, l’azienda porta il suo nome. Il nome di una donna che un giorno ha deciso di seguire il suo istinto ed entrare in punta di piedi nel mondo dei produttori di vino. Passione, tenacia e un grappolo d’uva, sono questi i tre punti cardini che spingono Rossella Cicalese alla produzione di un buon vino e che la portano a vincere il premio The Wine Hunter Award 2019 vinto al Merano Wine Festival: premio di eccellenza ed alta qualità assegnato annualmente a prodotti vitivinicoli.
Sempre in Campania, ad Ischia, nel piccolo comune di Lacco Ameno, scopriamo l’affascinante storia dell’azienda vitivinicola Cantine Tommasone. Alla guida Lucia Monti, enologa, produttrice di vino e imprenditrice. Interprete della filosofia aziendale del “fare poco per fare meglio” volta a garantire un prodotto di qualità nel rispetto della valorizzazione del patrimonio autoctono grazie all’impiego di tecniche enologiche avanzate.
Villa Sant’Anna è ubicata sulle colline circostanti la cittadina di Montepulciano. Azienda tutta al femminile rinomata per la qualità dei suoi vini, conosciuta in tutto il mondo per la produzione del Nobile di Montepulciano. Il suo Chianti Colli Senesi Docg è uno degli otto migliori vini italiani del 2021 secondo il New York Times.