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Vino dealcolato: esistono vini non alcolici?
Stile e cultura del vino

Vino dealcolato: esistono vini non alcolici?

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Hai mai sentito parlare di vino dealcolato? Si tratta di un vino privato dell’alcol attraverso uno specifico processo che mira quindi a restituire una bevanda cosiddetta analcolica.

Inutile dirlo, questa tipologia di vino si porta dietro molte critiche da parte dei puristi di settore che puntano il dito contro quella che per loro è soltanto una moda, ovvero la moda di rendere a zero alcol tutto quello che invece di base l’alcol lo contiene. È stato così con la birra e lo è stato anche con il vino. Secondo gli esperti del settore, però, in un paese come l’Italia dove la cultura del vino è ben radicata e nasconde storie importanti, la moda del vino dealcolato non attecchirà.

L’argomento è molto discusso e continua a creare diatribe senza fine. Nel frattempo, però, il vino a alcol zero continua a essere prodotto in un periodo storico in cui anche all’estero le bevande cosiddette low alcohol si stanno diffondendo a macchia d’olio. E, nonostante le varie diatribe a cui abbiano precedentemente accennato, anche in Italia le aziende che producono vino dealcolato stanno aumentando per offrire un nuovo e importante punto di riferimento per coloro che amano il vino ma lo preferiscono se privato dell’alcol.

Vino dealcolato: come viene prodotto

Ma qual è il procedimento che sta dietro alla produzione di un vino dealcolato? Possiamo dire che questa tipologia di vino nasce da un vino normalmente vinificato che viene poi sottoposto ad un processo di dealcolazione (parziale o totale).

La dealcolazione avviene in due modi: attraverso un processo di osmosi, grazie a membrane attraverso cui si separa l’alcol dal vino, oppure, per distillazione a freddo sottovuoto, ovvero grazie all’evaporazione dell’alcol.

I procedimenti portano allo stesso risultato ma in modalità diverse. Ci sono aziende che preferiscono il primo metodo (osmosi) perché in grado di preservare totalmente l’acqua vegetale presente nel vino di partenza; altre invece optano per il secondo metodo (distillazione a freddo sottovuoto) in cui la parte di acqua vegetale evaporata viene reintegrata durante il processo.

Vino dealcolato: qual è il target di riferimento?

Quando si parla di vino dealcolato a quale target ci si riferisce? Quali sono cioè le persone che possono essere interessate a questo tipo di prodotto? La platea è decisamente vasta e va ad abbracciare tutte quelle categorie di persone che, per svariati motivi, sono costrette a ridurre al minimo il consumo di alcol e in alcuni casi a eliminarlo completamente. Ci riferiamo ad esempio agli sportivi che sono chiamati a rispettare un regime alimentare quanto più sano possibile. Oppure agli astemi che proprio l’alcol non possono sopportarlo. E ancora, alle persone che per motivi di salute non possono assumere alcol e alle donne in gravidanza. Oltre che ai giovani sotto i 18 anni che dovrebbero (anche se in molti casi lo fanno comunque) astenersi dal bere alcolici. Insomma se ci pensiamo bene il target di riferimento per il vino a zero alcol è più ampio di quello che si potrebbe pensare. 

Differenze tra vino dealcolato e vino tradizionale

Impossibile pensare che le due bevande possano essere considerate simili. Il vino tradizionale, ovvero quello in cui è presente l’alcol, avrà sempre caratteristiche diverse rispetto alla bevanda analcolica che pure deriva dalle uve ma che è realizzata in modo diverso. L’alcol conferisce densità, struttura, aromi e odori al vino. Un amante del vino in senso stretto difficilmente troverà gratificazione nel degustare un calice di vino dealcolato. Ma le aziende del settore, cioè tutte quelle che hanno scommesso sulla produzione di vino senza alcol, contano di fare breccia nel cuore di coloro che sono per definizione “meno educati al bere”. Coloro cioè che hanno una predilezione poco marcata per il vino e che quindi sono mentalmente predisposti anche a trovare soddisfazione nel bere un vino “diverso”. Dove per diverso si intende privo di alcol e quindi anche con caratteristiche differenti rispetto al vino tradizionale. 

Vino dealcolato: ecco 3 etichette da provare

Come ipotizzabile, sono tanti gli esempi di vino dealcolato da poter fare perché numerose sono in Italia le aziende che hanno deciso di scommettere su una fetta di mercato potenzialmente importante. E allora ecco 3 etichette assolutamente da provare per chi vuole bere vino a zero alcol.

  • Prima Pavé Blanc de Blancs Spumante Analcolico da vino dealcolato 0.0. Questa bollicina è realizzata a partire da uve Pinot Grigio, Sauvignon Blanc e Gewürztraminer. Al naso regala aromi di pesca bianca, mela verde, kiwi e fiori di sambuco mentre in bocca presenta una piacevole mineralità. Una bevanda che risulta perfetta per accompagnare il momento dell’aperitivo
  • Steinbock Bianco Alcohol Free Selection Dr. Fisher Hofstätter. Tra i vini dealcolati da poter prendere in considerazione c’è anche questo, un bianco leggero e vivace. Ideale per accompagnare pasti leggeri e non troppo impegnativi. È caratterizzato da sentori di agrumi, frutti e fiori bianchi e in bocca è versatile e leggero. Un vino dealcolato da poter consumare egregiamente in estate, quando le alte temperature ci invogliano a consumare qualcosa di fresco
  • Essenza Vino Rosso Senza Alcol Fratelli Vogadori. Questo vino a zero alcol è prodotto con lo stesso procedimento del vino Valpolicella e segue infatti un invecchiamento di circa sei mesi in legno. Nel bicchiere regala un colore rosso intenso e vivace e al naso è particolarmente fruttato, con sentori ben riconoscibili di ciliegia e amarena. Al palato è fresco e morbido, ideale dunque da abbinare con pietanze un po’ più elaborate, specie a base di carne
Creato il 03/05/2023. © Riproduzione riservata.