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Consumo di alcol e rischio di infarto: tutto quello che c’è da sapere
Stile e cultura del vino

Consumo di alcol e rischio di infarto: tutto quello che c’è da sapere

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Un consumo esagerato di alcol è sempre stato considerato causa di un aumento di rischio di infarto. Ad affermarlo sono stati (negli anni) medici e scienziati che hanno puntato il dito contro gli alcolici. Questi indebolirebbero il cuore aumentando le probabilità di essere colpiti da attacco cardiaco.

Ma c’è differenza, quando si parla della correlazione tra alcolici e infarto, tra consumo di vino o di superalcolici? Lo scopriremo in questo articolo. Entreremo più a fondo nel dibattito (sempre accesissimo) che vede il vino sotto accusa, considerato cioè nocivo per la salute. 

La norma UE sugli alcolici

Ha fatto molto discutere, di recente, la norma UE che ha dato il via libera ad aggiungere sulle etichette di tutti gli alcolici, quindi anche quelle del vino, l’avvertenza “Nuoce alla salute”. Frase che leggiamo già da molto tempo sui pacchetti delle sigarette. Una decisione alla quale si sono opposte Italia, Francia, Spagna e altri sei membri dell’Unione Europea. Tali paesi hanno etichettato questa iniziativa come una gigante barriera al mercato interno che ne uscirebbe dunque fortemente condizionato.

Coldiretti è intervenuta parlando addirittura di “attacco diretto all’Italia, principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più della metà all’estero”, non facendo differenze, inoltre, tra consumo moderato e abuso di alcol

Ma il vino è davvero considerato nocivo per la salute se consumato in modiche quantità? E soprattutto qual è considerato il limite da non oltrepassare? 

Gli effetti negativi dell’alcol sul cuore

Come prima cosa è importante sottolineare un aspetto. Quando si parla di effetti negativi dell’alcol sulla salute si fa riferimento a un consumo sconsiderato di quest’ultimo che è causa di problemi di salute. La stessa Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) è più volte intervenuta sull’argomento indicando come “consumo a basso rischio” quello che comprende due unità alcoliche per gli uomini e una per le donne.

Quando si elencano gli effetti collaterali di vini o alcolici in generale sull’organismo, insomma, si allude a quantità di alcol eccessive a quelle indicate che si rivelano dannose. Anche se è vero che con la classificazione “consumo di vino a basso rischio”, l’Oms di fatto lascia intendere che anche un consumo moderato di alcol non è mai a rischio zero, ma provoca leggere conseguenze sull’organismo (altrimenti avrebbe parlato di rischio zero e non di basso rischio).

Insomma, la situazione resta a oggi un po’ ingarbugliata. E se è vero che alcuni medici non puntano il dito contro il bicchiere di vino a pasto, è vero anche che ce ne sono altri che invece puntualizzano che il vino – anche se in piccole quantità – non fa bene. 

Ma in che modo l’alcol provoca un innalzamento del rischio di essere colpiti da infarto? La spiegazione è semplice e anche facilmente comprensibile. Un consumo eccessivo di alcol provoca una condizione di ipertensione che alla lunga mette a dura prova il muscolo cardiaco sottoponendolo a forte stress e mettendolo in pericolo. Bere troppo vino o troppi alcolici è rischioso e può essere tra le cause di alcune malattie cardiovascolari importanti che aumentano il rischio di infarto e ictus. Oltre a tutte le altre patologie collegate alla cardiopatia. Cardiomiopatici, pazienti con storia di ipertensione, diabetici e in generale tutti coloro che soffrono di alcune delle più rischiose malattie cardiovascolari dovrebbero ridurre al minimo il consumo di vino proprio per non aumentare il rischio di salute. Per chi è in salute, però, bere due bicchieri di vino al giorno rappresenta – riprendendo le parole dell’Oms – un’abitudine a basso rischio per la salute.

C’è differenza tra vino e superalcolici?

Si tende a pensare che il vino sia meno dannoso per la salute rispetto ai superalcolici ma in realtà è tutta una questione di quantità. È chiaro che se si prende in considerazione la stessa quantità dell’uno e dell’altro allora sì, il vino fa meno male di un superalcolico perché appunto ha un più basso contenuto di alcol. Ma quando l’Oms è intervenuta sulla questione legata al consumo di alcol non ha fatto differenza tra alcolici e superalcolici. L’Organizzazione Mondiale della Salute si è semplicemente limitata a fornire le quantità di un consumo di alcol a basso rischio fissando:

  • 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini
  • 1 unità alcolica al giorno per le donne
  • 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni
  • 0 unità di alcol sotto i 18 anni e durante la gravidanza

Un’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro che equivalgono a un bicchiere di vino da 125 ml con una gradazione di 12°. Oppure a una lattina di birra da 330 ml a 4°, un aperitivo da 80 ml a 38° o a un bicchiere di superalcolici da 40 ml a 40°. Rispettando queste dosi, insomma, non c’è differenza tra bere un superalcolico oppure un bicchiere di vino.

Il vino, nel nostro paese, viene considerato sempre più una bevanda da dedicare ai momenti di convivialità e di condivisione. Possiamo dire che è diverso il posto che il vino occupa nell’immaginario collettivo di tutti noi, in un paese dove da sempre l’aspetto enogastronomico riveste un posto di primo piano. 

Creato il 01/05/2023. © Riproduzione riservata.