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Vino veneto: a Venezia l’uva e l’etichetta sono d’oro
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Vino veneto: a Venezia l’uva e l’etichetta sono d’oro

Silvia Cutuli
Silvia Cutuli
Giornalista

Dalla Dorona, l’uva d’oro, nasce il vino veneto Venissa la cui etichetta è un omaggio all’artigianato veneziano, con foglie d’oro battute a mano.

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Correva il 1966 e un’inondazione, la classica acqua alta, rischiava di cancellare ogni traccia dei vitigni di Venezia 

Non tutti sanno infatti che soprattutto nella Venezia Nativa – vale a dire sulle isole di Torcello, Mazzorbo e Burano – fino a 50 anni fa si produceva vino: una scoperta questa che spinge Gianluca Bisol a recuperare la famosa Dorona, detta anche uva d’oro, apprezzata dai veneziani e usata nei banchetti dei Dogi e poi scomparsa.

L’imprenditore la riporta in vita con Venissa, vino veneto bianco unico al mondo prodotto nella sua omonima tenuta sull’isola di Mazzorbo, collegata a Burano dal ponte di legno, il “Ponte Longo,” a 20 minuti di water taxi da Venezia. Segna così la rinascita del vino in laguna. 

La Dorona, l’uva d’oro di Venezia

«Accompagnando alcuni clienti a Torcello notai una vecchia vigna in una casa privata di fronte alla cattedrale di Santa Maria Assunta – racconta Gianluca Bisol – Riuscii a convincere la proprietaria a mandarmi un po’ di quell’uva quando fosse stata matura. Le cassette arrivarono piene di un’uva bellissima, con la buccia spessa, dal colore brillante dell’oro. Era la famosa Dorona, detta anche uva d’oro». 

La Dorona di Venezia è un vitigno veneto autoctono a bacca bianca che si è adattato all’acqua alta e alle particolari condizioni di questo terroir.

Nel 2002 Gianluca Bisol trova gli ultimi 88 esemplari tra i giardini e le vigne di Venezia e decide di impiantare nuovamente questo vitigno nell’isola di Mazzorbo. Sceglie la tenuta Scarpa Volo, vigna murata e cantina per secoli, fino alla grande acqua alta del 1966.

Bisol ripianta 4000 piante di Dorona (0,8 ettari) che ogni anno danno vita a 3000 bottiglie di vino Venissa. Giudicato da VinePair nel 2016 come miglior vino bianco al mondo, un vino unico con note salmastre che richiamano la laguna e i suoi profumi. 

La vinificazione e il terroir

La vinificazione è curata da Desiderio Bisol e Roberto Cipresso, rinomato enologo con la passione per la storia della viticoltura.

Cosa ha architettato Cipresso dall’alto della sua esperienza in materia? Ha pensato a una lunga macerazione sulle bucce per ottenere un vino bianco con la struttura e la longevità di un rosso.

Un vino bianco che estrae dalle bucce la sapidità e i sentori tipici di questo terroir unico al mondo, note di salsedine e miele di barena, artemisia marittima e pesca bianca.

Una nota curiosa è data dal fatto che il vigneto veneto viene quasi completamente sommerso ogni 2/3 anni a causa delle acque alte della laguna, pericolose per le viti ma in grado di donare grande carattere alle uve. 

L’Isola di Santa Cristina è la terra natia del rosso Venissa

Da un vigneto vecchio di oltre 50 anni sull’Isola di Santa Cristina, nasce il Rosso Venissa a base di Merlot e Carmenere. L’isola di Santa Cristina è protetta da argini in terra, per questo l’acqua alta non entra; mentre il sale arriva con il vento dalla laguna che circonda il vigneto.

La prima annata del Rosso Venissa, il 2011, è stato premiato con 93 punti dalla guida Veronelli, mentre il Venissa 2012 è stato giudicato Wine of the Year ad Aspen e miglior vino bianco al mondo nella classifica annuale stilata da VinePair.

Venissa segue un progetto di viticoltura naturalistica, incentivando la biodiversità. 

L’etichetta della bottiglia di vino del veneto in foglia d’oro

Il vino, l’oro e il vetro: tre tradizioni veneziane racchiuse in una bottiglia di vino. Ragionando sul nome del vitigno Dorona, l’uva d’oro, il pensiero è subito andato a una delle grandi tradizioni dell’artigianato veneziano: il Battiloro, vale a dire l’opera di battere l’oro a mano creando delle foglie sottilissime quasi impalpabili.

Questa tradizione era quasi totalmente scomparsa da Venezia tanto che degli oltre trecento battiloro di un tempo rimane solo la famiglia Berta Battiloro.

Si è ben pensato, allora, di restituire il senso di un artigianato unico attraverso l’etichetta di Venissa, caratterizzata proprio dalle foglie d’oro della tradizione veneziana. Le foglie vengono applicate a mano su ogni bottiglia e fuse nel vetro all’interno dei forni delle vetrerie di Murano

Venissa: wine resort tra vino veneto e cucina d’avanguardia

Si lavora sul recupero delle tradizioni anche in fatto di ospitalità e cucina al Wine Resort Venissa.

La vigna murata fa da sfondo al Ristorante Venissa, aperto nel 2010 e già stellato dal 2012, dieci tavoli dove gli Chef Francesco Brutto e Chiara Pavan interpretano gli ingredienti della Venezia Nativa: il pesce della laguna, le verdure coltivate all’interno della tenuta da nove pensionati locali e le erbe spontanee tra i filari del vigneto.

“Amiamo proporre una cucina d’avanguardia, coinvolgendo i più talentuosi Chef italiani – racconta Matteo Bisol, direttore di Venissa. – È bello vedere come Chiara e Francesco riescano a dare nuova vita agli ingredienti locali, con abbinamenti coraggiosi che in realtà racchiudono un approccio fatto di grande armonia e sensibilità».

Ma non è finita qui: si può dormire in una delle cinque camere del Wine Resort, all’interno della tenuta tra la laguna e il vigneto veneto, o nelle tredici camere di Casa Burano, sull’omonima isola collegata a Mazzorbo da un ponte soltanto. Un nuovo modo di scoprire il fascino della laguna, partendo dalle sue isole dove Venezia ha avuto origine.

Lettura consigliata: Guida al prosecco veneto

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Creato il 10/11/2021, aggiornato il 13/07/2022. © Riproduzione riservata.
Silvia Cutuli
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La scrittura? Una passione divenuta la mia professione e che oggi condivido con i miei studenti dell'Accademia di Costume e Moda e dell'Istituto Europeo di Design. La scrivania della mia cameretta è stata da sempre il luogo dove rifugiarmi, carta […]