Home / Magazine / Stile e cultura del vino / Chef stellato Michelangelo Mammoliti: «Ogni piatto ha il suo vino ideale»
Chef stellato Michelangelo Mammoliti: «Ogni piatto ha il suo vino ideale»
Stile e cultura del vino

Chef stellato Michelangelo Mammoliti: «Ogni piatto ha il suo vino ideale»

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Intervista allo chef stellato, già allievo del compianto Gualtiero Marchesi, che racconta l’importanza del binomio vino e cibo.

Indice:

L’abbinamento tra cibi e vini è un tema che appassiona esperti e profani. E per non sfigurare a tavola, a casa o fuori con amici, è sempre bene avere il vademecum di un esperto.

«Per riuscire bene lavoro molto a stretto contatto, con il nostro sommelier Alessandro Tupputi – spiega lo chef Mammoliti -. Insieme assaggiamo ogni mia nuova preparazione per cercare di combinare e migliorare l’abbinamento».

Oggi i criteri utilizzati per giustificare gli abbinamenti migliori o ottimali sono diversi. L’Associazione Italiana Sommelier, ad esempio, utilizza il metodo Mercadini, basato su principi di assonanza o contrasto di sapori tra pietanza e bevanda. Leggiamo l’opinione dello chef stellato.

Intervista chef stellato Michelangelo Mammoliti

Cosa ne pensa il pluripremiato chef due stelle Michelin Michelangelo Mammoliti, alla guida del Madernassa Ristorante & Resort di Guarene (Cn), sugli abbinamenti cibo vino?

«Personalmente l’abbinamento cibo-vino a tavola lo vedo come la possibilità di inserire attraverso il vino un tassello che permette di amplificare le sfaccettature del piatto proposto», spiega il cuoco stellato, inserito nella Top 100 del The Best Chef Awards, profondamente convinto che ogni piatto abbia il suo vino ideale. 

In passato si prediligeva la concordanza di sapori, oggi si è più orientati verso una tendenza ad abbinare cibi e vini per contrasto. Lei come si colloca in questo panorama?

«Per quanto mi riguarda non amo proprio e non ho mai amato seguire le cosiddette tendenze. Nel Madernassa (inserito nella top dei migliori trenta ristoranti del pianeta, per We Are Smart Green Guide, ndr.) cerchiamo di fare abbinamenti su misura per ogni singolo piatto.

Io lavoro a stretto contatto con il nostro sommelier Alessandro Tupputi. Insieme assaggiamo ogni mia nuova preparazione per cercare di combinare e migliorare l’abbinamento con il vino». 

Qualche anno fa, con l’Università degli Studi di Torino, ha iniziato un lavoro sul tema della neurogastronomia. La scienza che studia e spiega perché alcuni piatti, con i loro sapori e i loro profumi sono in grado di rievocare particolari ricordi ed emozioni anche lontane. È arrivato così a creare pietanze diverse, simbolo della sua cucina, legate alla sua memoria e al suo vissuto personale e non solo. Quali sono e cosa abbina?

«Sì, ho cercato dei piatti con l’obiettivo di pescare nel “bagaglio gustativo” quei sapori in grado di suscitare emozioni uniche e personali. O, perlomeno, che possano dare degli stimoli alle persone, partendo da una semplice affermazioni. Ovvero: “Quel piatto mi ha fatto ricordare un preciso momento della mia vita”.

Uno dei primi esperimenti ben riusciti è stato BBQ, spaghetti cotti in estrazione di prosciutto crudo di Cuneo. Una preparazione dove gli ingredienti e le specifiche tecniche di estrazione conferiscono al piatto sapori e profumi che riportano alla mente certe grigliate della domenica in famiglia. A questo piatto noi abbiniamo il Nebbiolo». 

E in materia di dessert?

«In realtà è un pre-dessert che abbiamo chiamato L’essenziale per essere felici, a base di bisquit al cacao e nocciola, con fava di Tonka e crema di nocciola tonta gentile delle Langhe. È nato per ricreare profumi e sapori e la felicità degli spuntini fatti da bambino con pane, burro e cioccolato.

Qui abbiniamo un Chablis. Poi ci sono altri piatti come “Carpione” dove suggeriamo un elegante Pinot Nero per accompagnarne la degustazione. Oppure “Arlecchino” che io abbino al Moscatello secco. “Ph3” si sposa bene invece con un Moscatello di Taggia passito».

Andiamo sui piatti tradizionali della cucina italiana. Con una mitica lasagna al ragù, ad esempio, quale vino consiglia di abbinare?

«Sicuramente un bel Lambrusco metodo classico!»

E con la mitica cacio e pepe?

«Direi che il Langhe Arneis fa la sua bella figura!». 

È d’accordo con il luogo comune che la carne vuole sempre il rosso e il pesce il bianco? E il rosé, tanto di moda soprattutto tra le donne, dove lo mettiamo?

«No, non condivido questo modo di dire, perché non si possono mettere dei paletti in un mondo complesso e articolato, come quello del vino, che paletti non possiede».

Ci dà un suo ventaglio di vini per gli aperitivi all’italiana

«Le tipologie che sceglierei sono rivolte in primis alle bollicine italiane, ma anche alle tipologie di bianchi con una buona sapidità».

E per finire alla grande: sul dolce al cioccolato cosa ci mette? E su quello alla crema o alla frutta?

«Su un dolce alla crema berrei volentieri un buon Prie Blanc Valdostano. Su quello alla frutta vedo bene un Sauternes. Infine, sul cioccolato ci sta benissimo un Pineau des Charentes 15 ans» .

Come si dice: de gustibus non disputandum est. Insomma, i gusti sono gusti! Quali sono i suoi vini prediletti?

«Personalmente prediligo Champagne, Sancerre, Riesling. E i Vini del Collio. Amo tanto i piemontesi: dal Barbera al Barbaresco passando per il Barolo». 

E che dire di più? Provare per credere! Cin cin e salute, da Nord a Sud!

Il tuo vino preferito lo trovi InCantina!

Creato il 10/11/2021, aggiornato il 20/07/2022. © Riproduzione riservata.