
Vino d’Abruzzo: storia e caratteristiche dei vitigni
L’Abruzzo è la sesta regione italiana per produzione vinicola (33mila ettari vitati). L’area vitivinicola comprende tutta l’ampia fascia collinare che si estende dalla zona costiera fino a 450/550 m. s.l.m. Scopri quali sono i principali vitigni abruzzesi.
Indice:
La coltivazione della vite si concentra sulle colline litoranee e in alcune zone collinari interne.
L’allevamento delle viti più diffuso è la Pergola (Capanna) e sistemi moderni quali Controspalliera, Guyot e Cordone speronato.
I vitigni abruzzesi sono quasi tutti autoctoni, il più famoso a bacca rossa è il Montepulciano, a bacca bianca il Trebbiano e il Pecorino.
Storia dei vitigni abruzzesi
La produzione vitivinicola in Abruzzo ha segnato profondamente la storia, le tradizioni e il lavoro di questo territorio.
La presenza della vite risale all’epoca Romana e sin da allora i vini abruzzesi sono menzionati negli scritti di Polibio, Ovidio, Marziale e altri ancora.
Fino al Rinascimento, la viticoltura abruzzese si concentrò prevalentemente nella Valle Peligna, in provincia de L’Aquila la quale, insieme all’alta Valle del Pescara, rappresentava la zona di maggiore produzione enoica della regione.
Dopo l’arrivo della fillossera (insetto che danneggiò le viti) nei primi decenni del Novecento, la viticoltura inseguì la logica del profitto privilegiando la quantità sulla qualità.
L’enologia abruzzese fu all’insegna di una dimensione bipolare fatta di Montepulciano e Trebbiano, che vedeva quest’ultimo quale protagonista assoluto del periodo post fillossera.
Molte varietà autoctone fortunatamente non sono completamente scomparse dall’Abruzzo. Oggi alcune di esse sono state riscoperte e giustamente valorizzate sia per le loro eccellenti caratteristiche chimico-fisiche che organolettiche.
Vitigni a bacca rossa
Il 60% dei vitigni in Abruzzo sono a bacca rossa.
Montepulciano D’Abruzzo DOC
Il vitigno Montepulciano è diffuso non solo in Abruzzo ma anche in Umbria e nella parte centro meridionale delle Marche dove dà origine al Conero Rosso DOC, al Rosso Piceno Superiore DOP e alla Offida Rosso DOCG.
Questo vitigno non deve essere associato alla cittadina toscana di Montepulciano e quindi con il Vino Nobile di Montepulciano ottenuto da un clone di Sangiovese.
Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino rosso potente e longevo. Scuro e corposo, nelle versioni migliori presenta un perfetto mix di pienezza, morbidezza e astringenza tannica.
Il vitigno Montepulciano in purezza dà origine a un vino dal colore rosso rubino intenso. Profumo vinoso e fruttato. Sapore asciutto e caldo, con tannini equilibrati, adatto all’invecchiamento. Si presta anche alla vinificazione in bianco e alla produzione di vini rosati per parziale macerazione delle uve in purezza.
Resistente ai parassiti, la collina abruzzese ne esalta le caratteristiche, soprattutto il contenuto di sostanze polifenoliche (tannini e antociani) responsabili del colore rosso.
Se invecchiato per almeno tre anni di cui almeno uno in botti di rovere di castagno e 6 mesi di affinamento in bottiglia, il Montepulciano d’Abruzzo può fregiarsi della qualifica Riserva.
Da abbinare a piatti saporiti come quelli della cucina abruzzese.
Nella provincia di Teramo il Montepulciano d’Abruzzo ha ottenuto la DOCG con la Denominazione “Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane”. Si presenta come un rosso maestoso e possente, caratterizzato da abbondanti tannini, morbidezza e longevità.
Cerasuolo d’Abruzzo
Da uve Montepulciano in purezza diversi produttori vinificano il Cerasuolo d’Abruzzo, versione rosata del Montepulciano.
Vino da caratteristico colore rosso ciliegia, odore gradevole, delicatamente vinoso, fruttato, fine e d intenso. Sapore secco, armonico, morbido, delicato con retrogusto mandorlato.
Il Cerasuolo generalmente matura in acciaio, in alcuni casi in legno. La gradazione alcolica è intorno ai 12,5% – 13,5% VOL.
I produttori più qualificati sono Valentini, Emilio Pepe, Valle Reale, Cataldi Madonna e De Fermo.
Vitigni a bacca bianca
Tra i vitigni abruzzesi a bacca bianca ricordiamo:
Trebbiano d’Abruzzo
Si tratta della migliore espressione fra i vini appartenenti alla famiglia dei Montepulciano. Noto per la sua grande acidità, il Trebbiano viene usato come taglio per conferire freschezza agli uvaggi.
I vitigni della famiglia dei Trebbiani sono noti in Italia fin dall’epoca romana. Il loro nome deriva da “Trebula”, ossia fattoria (Plinio il vecchio descrive un “Vinum Trebulanum”, che secondo questa interpretazione, starebbe per “vino di paese”, o “vino casareccio”).
Dal vitigno Trebbiano d’Abruzzo si ottiene un vino dal colore giallo paglierino, profumo leggero con aromi fruttati e floreali, note di mela e camomilla, spesso accompagnate da sentori minerali di pietra focaia e grafite. Gusto asciutto, vellutato.
I migliori produttori sono gli stessi del Montepulciano d’Abruzzo.
Pecorino
Si tratta di un vitigno autoctono delle Marche meridionali (Ascoli) e dell’Abruzzo settentrionale (Teramo), si adatta ad essere coltivato anche in prossimità della costa adriatica.
La leggenda narra che il nome è di origine pastorale e significa vino dei pastori. Altre teorie ipotizzano la somiglianza dei grappoli con la testa di una pecora.
Ad ogni modo il Pecorino è un vitigno a bacca bianca di recente riscoperta, per anni è stato usato come vino da taglio per i vini più leggeri. Oggi le uve Pecorino sono vinificate in purezza e si ottengono vini intensi e di spessore.
Vino di facile beva, abbastanza intenso, fresco e salino dal colore giallo paglierino con riflessi lievemente dorati o verdognoli. I profumi vanno dal floreale al fruttato (mela e banana) allo speziato, tipici della frutta tropicale e di fiori bianchi, ginestra, acacia, gelsomino, con un finale di buona persistenza.
Mediamente acido e lievemente amaro, possiede una buona struttura. Adatto alla cucina a base di pesce.
Passerina
La Passerina appartiene alla famiglia dei trebbiani, ha una maturazione tardiva. È un vitigno che deriva dalle piccole dimensioni degli acini e dal fatto che i passeri manifestano una particolare predilezione per le sue uve, caratterizzate da una polpa particolarmente gustosa.
Si caratterizza per una lenta capacità di accumulo degli zuccheri non accompagnata da una proporzionale demolizione dell’acidità.
Dal vitigno Passerina si ottiene un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati/verdognoli. Profumo fruttato con note di frutta tropicale e floreale, anche di ginestra, pieno ed asciutto. I sentori di agrumi e vegetale secco sono abbastanza marcati e persistenti. Il sapore è normalmente acidulo con retrogusto amarognolo sostenuto da una buona struttura.
Dotato di buona acidità, si presta sia alla spumantizzazione che all’appassimento.
Cococciola
Il vitigno Cococciola è una varietà autoctona a bacca bianca coltivata principalmente nella zona di Chieti e in poche zone di Teramo. Utilizzato soprattutto in uvaggio con altri vitigni come Trebbiano d’Abruzzo per aumentare l’acidità.
La Cococciola è un vitigno abbastanza produttivo, allevato con sistema a pergola abruzzese, raggiunge la maturazione all’inizio di ottobre.
Dalla vinificazione in purezza di Cococciola si ottiene un vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini con delicati profumi di fiori bianchi primaverili e spiccate sensazioni agrumate di pompelmo e limone. Gusto fresco, caratterizzato da una vivace acidità citrina, finale sapido.
Vinificato sia in versione ferma che spumantizzata (metodo classico e metodo charmat). Nel 2010 è stata istituita la tipologia Abruzzo Cococciola DOC.