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Sound wine: il vino si può ascoltare?
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Sound wine: il vino si può ascoltare?

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Hai mai sentito parlare di sound wine? Il vino apre, a chi lo sa apprezzare, un mondo magico fatto di profumi, meravigliose sfumature… e suoni. Sì, perché forse potrà sembrare strano, ma c’è chi sostiene che il vino si possa ascoltare.

Coloro che credono in questa teoria – e sono molti – considerano infatti il vino come “musica da bere” e la musica come “vino da ascoltare”. Insomma, ci sarebbe una correlazione piuttosto forte tra musica e vino anche se sulla carta tutto “suona” come davvero molto strano. Ma si sa che le potenzialità del vino sono tantissime! E allora possiamo immaginare di abbinare ogni bottiglia a una musica particolare che, per caratteristiche, ne rispecchi l’identità. 

Una figura specializzata nel rapporto vino-musica: il sound sommelier

Proprio a dimostrazione che sono in molti a credere nel forte rapporto tra vino e musica, ecco che negli ultimi anni la figura del sound sommelier si è fatta spazio prepotentemente. Ma chi è il sound sommelier? Riassumendo, si può dire che sia un esperto di vino e di musica che, grazie alle sue affinate competenze, è in grado di abbinare al meglio queste due variabili.

Un sommelier tradizionale è quello che in un ristorante studia le caratteristiche del piatto e quelle del vino e mette a punto il migliore abbinamento. Lo consiglia al cliente, spiegandone le caratteristiche, e facendolo mette in luce alcune delle sue conoscenze. Conoscenze fatte di anni di studio e di esperienza maturata sul campo. Il sommelier tradizionale analizza insieme allo chef le materie prime utilizzate per la preparazione di un piatto. Studia i metodi di cottura, i componenti principali del sapore presenti nel piatto, andando quindi a capire se un piatto tende al dolce o al salato, all’amaro o al piccante, tanto per fare alcuni esempi.

Il sound sommelier lavora allo stesso modo del sommelier classico, ovvero cerca e propone alla clientela i migliori abbinamenti. Solo che non lo fa concentrandosi su cibo e vino ma su vino e musica. Sì, il sound sommelier ricerca il miglior abbinamento possibile tra una bottiglia e una composizione musicale. E per trovare l’accoppiata perfetta si muove esattamente come un sommelier tradizionale.

Cosa fa quindi il sound sommelier?

Il sound sommelier studia l’abbinamento musicale a partire dal vino, o meglio dalle sue caratteristiche naturali, organolettiche e sensoriali. Come se dovesse a tutti gli effetti pensare ad un piatto che, in questo specifico caso, sarà sonoro. Quindi approfondirà le caratteristiche di un certo vino. Indagherà sul vitigno da cui nasce, sugli eventuali blend messi a punto per la sua realizzazione, sul territorio circostante.

Una volta approfonditi tutti questi aspetti, essenziali per capire a fondo le caratteristiche di un determinato vino, passerà a ricercare nel proprio database sonoro il tipo di musica che meglio potrebbe abbinarsi a un certo vino. L’abbinamento può ad esempio avvenire per caratteristiche regionali, quindi si potrà abbinare un vino tipico di una regione a una musica che caratterizza quella stessa regione. Oppure si può accostare un vino a una musica per una qualità che accomuna entrambe le parti, ad esempio un vino importante potrà essere accostato a una musica altrettanto di spessore. Così facendo il sound sommelier arriverà quindi ad abbinare vino e musica nel migliore dei modi, per regalare un’esperienza unica.

Multisensorialità: la chiave del “successo”

Per un sound sommelier il massimo successo avviene quando durante la degustazione di un vino, l’ascolto della musica scelta in abbinamento consente al cliente di raggiungere le vette più alte di piacevolezza e completezza multisensoriale. È proprio la multisensorialità il segreto di un lavoro fatto bene.

Quando si degusta un vino si è abituati ad utilizzare soprattutto la vista, l’olfatto e il gusto, decisamente meno l’udito. E ci è sempre sembrato normale perché la vista ci fornisce importanti informazioni sulle caratteristiche di un vino basandosi sul suo colore e le sue sfumature. L’olfatto ci fornisce indicazioni utili a seconda dei sentori e del bouquet. Il gusto altrettanto, nel senso che ci permette di identificare meglio un vino a partire dalle sue caratteristiche di morbidezza, acidità, sapidità e così via.

L’udito invece, nella degustazione tradizionale, viene preso poco in considerazione. Si può “sentire” il vino cadere nel calice, oppure si può ascoltare il tappo di una bottiglia che cade. Ma in generale l’udito non è tra i sensi contemplati per descrivere un vino. Invece, grazie alla figura del sound sommelier, anche questo senso viene tirato in ballo in modo piuttosto forte. Durante la degustazione di un prodotto, infatti, il sound sommelier farà ascoltare la musica prescelta in abbinamento commentando a voce i passaggi equivalenti più salienti. Oppure focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche principali del vino e della musica, sottolineando le “assonanze”

Sound wine: l’abbinamento tra vino e musica è scientifico!

Chi pensa che l’abbinamento tra vino e musica rappresenti una forzatura dovrà ricredersi. Gli accostamenti che saltano fuori dallo studio delle due parti in gioco sono il frutto di approfonditi studi, ricerche e prove nel campo delle neuroscienze, ovvero tutto ciò che rappresenta lo studio scientifico del sistema nervoso.

Per valutare un vino un sommelier che si rispetti si affida al metodo Piccinardi, un metodo tecnico-scientifico ideato dallo studioso di gastronomia Antonio Piccinardi che ha strutturato una scheda didattica per abbinare i vini ai cibi.

Mentre per quanto riguarda la migliore ricerca psicologica al fine di individuare il più indovinato abbinamento sonoro, i riferimenti sono gli studi messi a punto da neuroscienziati come Adrian North (professore alla Psychology School of Life Sciences all’Università Heriot-Watt di Edimburgo) e Charles Spence (professore di Psicologia sperimentale e direttore del Crossmodal Research Laboratory all’Università di Oxford, autore anche del fondamentale libro Gastrophysics: The New Science of Eating). Per anni hanno messo al centro delle loro ricerche il rapporto tra vino e musica e a oggi sono punti di riferimento importanti per chi vuole intraprendere la carriera di sound sommelier. 

Creato il 22/06/2023. © Riproduzione riservata.