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Arte e vino: il vino come ispirazione artistica e poetica
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Arte e vino: il vino come ispirazione artistica e poetica

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Il vino ha da sempre giocato un ruolo chiave nell’arte e per molti è stato fonte di ispirazione. Scultori, pittori, scrittori e poeti hanno riportato il vino nelle loro opere, rappresentandolo in modo sempre originale e diverso. E molti esempi di arte ispirata dal vino sono presenti tutt’oggi nei migliori musei in cui appaiono affreschi, pitture e sculture in cui il cosiddetto “nettare degli dei” trova spazio.

In alcuni casi il vino è utilizzato come soggetto principale, in altre come elemento secondario. Quello che esalta in modo univoco però è la bellezza, l’eleganza e l’importanza che grandi artisti hanno riservato a questa bevanda. 

Vino e arte, un binomio indissolubile

Quello tra arte in tutte le sue sfaccettature e vino è dunque un binomio indissolubile che ha trovato spazio dai tempi dei tempi. Dalle opere di Caravaggio alle creazioni di Picasso, il vino ha ispirato moltissimi grandi artisti diventando spesso protagonista anche nei film. Ma il vino è stato spesso chiamato in causa anche dai poeti. Insomma siamo davanti a un assoluto protagonista, fonte di ispirazione per tutti.

Il vino nella poesia

Come affermava Mario Soldati, scrittore, regista e sceneggiatore televisivo, il vino è come la poesia, che si gusta meglio, e si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo. La nobiltà del vino è proprio questa: che non è mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati”

Non stupisce allora che anche nella poesia il vino abbia giocato un ruolo principale. Nel Purgatorio (Canto XXV), Dante scriveva “E perché meno ammiri la parola, guarda il calor del sole che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite cola”. Il sommo poeta usa il vino come metafora nell’incontro con Stazio argomentando su un tema di tutto rispetto: la generazione delle anime e dei corpi aerei.

È da attribuire a Omero, invece, questa prosa: “Vino pazzo che suole spingere anche l’uomo molto saggio a intonare una canzone e a ridere di gusto, e lo manda su a danzare, e lascia sfuggire qualche parola che era meglio tacere”. Il cantore greco “gioca” con gli effetti del vino, che porterebbero anche l’uomo più composto a comportarsi in modo più “allegro”.

E a proposito del fatto che nel vino spesso si nasconda la verità, non possiamo non menzionare  William Shakespeare che recita: “Com’è vero che nel vino c’è la verità, ti dirò tutto, senza segreti”.

Il vino viene visto anche come amico e consolazione nei momenti difficili della vita. Lo afferma Leopardi: “Il vino è il più certo,e (senza paragone) il più efficace consolatore”.

Le poesie e le prose in cui il vino trova spazio come fonte di ispirazione sono tantissime. A dimostrazione dell’importanza che da sempre i poeti hanno riservato a questa bevanda così di valore. 

Vino e pittura, qualche riferimento

La storia del vino nella pittura spazia dall’antichità sino ai giorni nostri. Già gli antichi Egizi riservavano assoluta importanza a questa bevanda nelle loro opere. Per loro il vino aveva addirittura un valore sacrale e proprietà curative. Furono proprio gli antichi Egizi i primi a raffigurare scene di forme di allevamento della vite, vendemmia e vinificazione.

Ma i greci non furono da meno e cominciarono a rappresentarlo nelle loro anfore. Con il culto di Dioniso da loro diffuso il vino acquisì una connotazione divina, al pari di quella rivestita da Bacco per i romani.

Con il trascorrere del tempo il vino non perde di importanza per l’arte. Arriviamo al Rinascimento e constatiamo che con Dionisio il vino torna a esser musa di artisti quali Michelangelo, Tiziano e poi Caravaggio.

Tra il ’400 e il ’500 sono tantissime le opere che prendono ispirazione dal vino. Dal “Bacco” di Michelangelo (scultura) al “Bacco e Arianna” di Tiziano, dal “Bacco” di Leonardo. Ancora quello di Caravaggio del 1596, commissionato a quest’ultimo dal cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte per regalarlo a Ferdinando I de’ Medici.

Anche tutto il periodo Barocco regala opere d’arte palesemente ispirate al nettare di Bacco. “Baccanale: fauno molestato da cupidi” del Bernini (scultura), i “Satiri di Pieter” di Rubens, il “Trionfo di Bacco” di Velázquez. Solo per citare alcune delle più importanti opere.

Dal XVI secolo il vino trova spazio nell’arte fiamminga e italiana e anche nel Neoclassicismo, tra ’700 e ’800, vino, vita bucolica e nature morte saranno protagoniste.

Insomma il vino, quando si parla di arte, è sempre stato fonte di ispirazione per i vari artisti che lo hanno dipinto dando al nettare di Bacco un valore sempre importante.

Creato il 23/08/2023. © Riproduzione riservata.