

Vino e arte: sinergie creative
Il mondo del vino e quello dell’arte sono davvero così distanti come potrebbero sembrare a un primo sguardo? Gli esempi in cui il gusto per l’estetica che si ritrova nelle più svariate forme d’arte si può rintracciare anche nel lavoro portato avanti dalle aziende vinicole sono davvero numerosi. È forse il caso di ricredersi, dunque, sul fatto che questi due mondi siano così lontani. Perché la realtà racconta un’altra bella storia fatta di sinergie e collaborazioni importanti che negli anni hanno portato a risultati impensabili.
Creatività ed estetica insomma sono protagoniste nel mondo dell’arte così come in quello del vino. I produttori di vino utilizzano spesso l’arte nelle sue molteplici sfaccettature per comunicare i valori della loro azienda. Non solo: perché anche la stessa degustazione di vino può essere considerata una forma d’arte, basti pensare che entrano in gioco tutti i sensi che contribuiscono a farci apprezzare un buon prodotto.
La degustazione come forma d’arte
La degustazione potrebbe essere definita come l’arte di utilizzare i sensi per scoprire ed apprezzare un vino. È proprio grazie ai cinque sensi infatti che si riescono a percepire le minime sfumature di gusto e profumo di un vino, cominciando ad apprezzare l’origine e il percorso dall’uva fino al prodotto finito.
Dietro la produzione di un rosso, un rosato, un bianco o una bollicina ci sono storie che vale la pena approfondire. Sono storie d’amore, di creatività, di passione. E quando si degusta un vino tutte le sfaccettature che lo caratterizzano si ritrovano nel calice. Odorando i profumi, osservando i colori e le loro sfumature, degustando e scoprendo gli aromi di un vino sarà allora possibile conoscere tanto di quello stesso vino.
In questo senso la degustazione è vista come una forma d’arte: l’arte di saper usare i sensi per cogliere i particolari di un vino. Per una perfetta degustazione, insomma, il segreto è quello di lasciarsi andare e farsi guidare dai sensi che diventano dunque preziosi alleati per andare alla scoperta di colori, profumi, aromi. Per vivere un’esperienza intensa, di quelle che non si possono dimenticare.
Le etichette del vino, la passione per il bello
Così come nell’arte, anche nel mondo del vino si ricerca spesso il bello. L’estetica insomma ha il suo peso e questo non significa assolutamente che si pensi più alla forma che alla sostanza. La ricerca del bello e del buono vanno infatti di pari passo. Perché se è vero che la qualità dei prodotti è al primo posto, è altrettanto vero che anche l’occhio vuole la sua parte. Una bottiglia di vino con una bella etichetta sarà senza dubbio molto più apprezzata da un appassionato rispetto a una bottiglia con un’etichetta anonima che non coglie nel segno.
Spesso capita che le etichette vengano ideate dai produttori stessi che collaborano con agenzie pubblicitarie. Queste, con professionalità ed esperienza, aiutano a mettere su carta idee originali e preziose che si trasformano in qualcosa di unico e originale. Di frequente le etichette delle varie bottiglie di vino rappresentano le terre da cui un determinato vino nasce, simbolo fedele di un’identità che nel mondo del vino è un valore più forte che mai.
Capita anche spesso, però, che le aziende decidano anche di affidarsi ad artisti per la messa a punto delle etichette dei loro vini. E questo è l’esempio di massima fusione tra arte e mondo del vino. È il caso ad esempio di Franz Haas, noto produttore vinicolo che per anni ha affidato la realizzazione delle sue etichette a un artista di spessore, Riccardo Schweizer, oggi scomparso. Il tocco dell’artista si nota eccome, tanto da aver contribuito nel tempo a delineare un’identità ancora più precisa e dettagliata dell’azienda.
Un altro esempio è Testamatta di Bibi Graetz che non solo è produttore di vino con la sua famiglia ma anche pittore diplomato. Le etichette sono a dir poco meravigliose e fondono alla perfezione la passione per l’arte (la pittura, in questo caso) con quella per il vino. Passione ed estro in pochi centimetri di carta che non passano di certo inosservate.
Il maestro Giulio Galgani, pittore e scultore contemporaneo, ha invece realizzato l’etichetta della cantina Nottola, in assoluto una delle più in vista per la produzione del Nobile di Montepulciano. La pittrice e ristoratrice Catia Uliassi, invece, ha messo a punto l’etichetta del Verdicchio Castelli di Jesi di Santa Barbara. Un’etichetta, quella realizzata dall’artista, di grande impatto, caratterizzata da una forte espressività che è ciò che ha sempre contraddistinto il lavoro della Uliassi.
Insomma, l’elenco degli artisti che hanno realizzato le etichette per numerose cantine vinicole sono davvero numerose. Esempio concreto di come arte e vino siano due mondi molto legati, contrariamente a quanto molti possano pensare. Mai fermarsi alle apparenze, insomma, soprattutto quando si parla di vino. Un mondo così vasto ed eterogeneo capace di richiamare a sé la passione di persone così diverse tra loro ma così accomunate dalla voglia di creare qualche cosa di estremamente bello. E allora ecco che anche il mondo dell’arte e quello del vino riescono a fondersi, creando spazi di collaborazione che sulla carta potrebbero sembrare impossibili. La bellezza del vino, d’altronde, è anche questa.
Cantine di design
E se è vero che la ricerca del bello si ritrova nella creazione di particolari etichette, è vero anche che l’arte è “entrata” di prepotenza in molte cantine. Sono numerose, in Italia, quelle di design dove funzionalità e estetica si sono mescolate dando vita a risultati davvero interessanti. Sono state progettate da architetti di gran fama e a oggi sono considerate delle vere e proprie cattedrali del vino. Dall’Astemia Pentita nel cuore di Barolo a Ca’ del Bosco in provincia di Brescia, alla Cantina Tramin di Termeno (BZ), fino alla Cantina Petra di Suvereto (LI). Esempi di cantine meravigliose in cui tutto funziona alla perfezione. Ma entrando l’occhio non può non andare all’estetica che rasenta la perfezione e rende questi luoghi del vino davvero magici.