Giovanna Neri: l’artigiana del vino a Montalcino
Per costruire la Cantina Col Di Lamo, Giovanna Neri ha dovuto affrontare delle scelte importanti: “Vengo da una famiglia in cui per tradizioni venivano agevolati sempre i figli maschi -racconta – Quando mio padre morì io ottenni il 30% della cantina di famiglia e mio fratello la maggioranza. Decisi di dividermi e di cedere la mia parte: a 40 anni mi misi in discussione e avviai la mia azienda agricola”.
Oggi Col Di Lamo è conosciuta in tutto il mondo per il suo Brunello, è stato dura arrivare fino a qui?
Tutto quello che è doloroso all’inizio in seguito può essere considerato una fortuna.
Ho chiuso con mio fratello e anche con mio marito, ma quel momento mi ha dato lo stimolo di fare di più e farlo meglio.
Sono laureata in giurisprudenza, ma avendo un carattere indipendente ho fatto avori diversi per riuscire a mantenermi. Questo mi è servito per andare avanti nel mio progetto, da sola con una bambina piccola.
Come ha fondato Cantina Col Di Lamo?
All’inizio non avevo soldi, ho fatto mezzadria per alcuni anni. Nel 2000 ho staccato la mia prima cambiale agraria per comprare i macchinari. Nel 2003 ho prodotto il mio primo Brunello, prima con le nostre uve, ma nella cantina di un’amica, poi piano piano ho messo su la mia.
Cantina che ora gestisce con sua figlia. La tradizione femminile prosegue?
Mia figlia si è laureata in Lettere e poi ha frequentato un corso in comunicazione e marketing del vino con l’idea di entrare in azienda.
Durante il periodo della pandemia ha avuto due bambini, quindi ora fa la mamma a tempo pieno, anche perché qui mancano le strutture e gli aiuti per le madri che lavorano.
Madri che lavorano come faceva lei.
Quando Diletta era piccola stava tutto il giorno all’asilo o a scuola perché io dovevo lavorare. Lei mi ha sempre capita e a me è un po’ dispiaciuto prendermi parte della sua infanzia, per questo le ho dedicato il nostro miglior vitigno.
E la migliore delle vostre etichette?
Il Cru Diletta viene dai migliori due ettari della tenuta coltivati a Brunello di Montalcino e si fa soltanto nelle annate migliori.
Le vigne vengono coltivate con metodi naturali ispirati alla tradizione. Utilizziamo concimazioni organiche e pratichiamo i sovesci come facevano i nostri avi.
I vigneti sono zappati due volte l’anno e i trattamenti si limitano all’uso di zolfo e rame.
Tutti i nostri vigneti sono posti in zone collinari a una altitudine che varia tra i 250 e i 300 m sul livello del mare. I terreni sono di medio impasto con presenza di scheletro e percentuali variabili di argilla.
Selezioniamo manualmente i grappoli raccolti in cassette forate e scarichiamo delicatamente nella tramoggia della diraspapigiatrice.
La fermentazione avviene senza aggiunta di lieviti selezionati con lunghe macerazioni sulle vinacce a temperatura controllata con frequenti rimontaggi scalari.
Al termine della fermentazione malolattica il vino viene travasato in tonneaux e botti di legno per un periodo minimo di due anni.
L’invecchiamento prosegue in vasche di acciaio fino all’imbottigliamento. L’affinamento in bottiglia prevede almeno sei mesi di riposo prima della commercializzazione.
Che vini producete oltre al Diletta?
Il Brunello di Montalcino è un vino armonico, con un forte sentore di legno e note di prugna e mora; il Rosso di Montalcino è fresco e armonico, di buona struttura e interessante tannicità, va servito a temperatura di 18 gradi centigradi in calici creati per vino Rosso di Montalcino.
Infine il Lamo è di un rosso rubino intensamente profondo con sfumature granate, dal profumo austero ed avvolgente con sentore dei legni dove è maturato.
La sua è una terra magica, di tradizioni secolari, Giovanna Neri quanto è legata a tutto questo?
Dalla mia azienda a Montalcino vedo sullo sfondo i cipressi all’inizio della Val D’Orcia, una zona meravigliosa.
Sono legatissima a questa zona della toscana, il mio babbo comprò la sua azienda nel 71, io l’ho vista crescere, è una terra meravigliosa, patrimonio dell’Unesco.
Quante bottiglie producete a Col Di Lamo?
Dipende dalle annate: nel 2017, per esempio, è venuta un’uva leggera quindi abbiamo avuto una produzione inferiore.
In media facciamo 30.000 bottiglie all’anno, sei ettari a brunello: 1,5 di rosso e 2 di igt. Tutto biologico. Esportiamo in tutto il mondo e abbiamo qualche ristorante cliente in Toscana e Nord Italia.
Giovanna Neri, quali suono i piani di crescita per il futuro?
Vorrei rimanere una artigiana dei vini, noi si fa tutto a mano, è questa la nostra forza.