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Degustazione alla cieca: le fasi
Stile e cultura del vino

Degustazione alla cieca: le fasi

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Degustazione alla cieca? tuoi sensi saranno i migliori consiglieri per individuare quale vino stai degustando: metti in campo vista, olfatto e gusto!

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Le fasi di una degustazione alla cieca sono di sicuro entusiasmanti per chi è un appassionato di vino e delle storie che dietro la produzione di un vino si nascondono.

Cosa vuol dire degustazione alla cieca?

Significa assaggiarlo senza sapere niente del nome del produttore, del nome del vino, del suo anno di produzione, della tipologia. Il gioco insomma è indovinare quante più cose possibili su un rosso o un bianco, ad esempio, mettendo in campo tutte le conoscenze che hai sul mondo del vino.

Un vero appassionato di vino ama degustare quello che ha nel calice ma non solo; un vero appassionato di vino adora informarsi su come quel vino è nato o su quali sono state le uve impiegate per la sua realizzazione. Insomma la bellezza del vino è anche questa: regalare agli appassionati di vino un universo di storie interessanti tutte da scoprire. 

I segreti per una perfetta degustazione alla cieca

Abbiamo detto che in una degustazione alla cieca tu non sai niente del vino che ti viene proposto nel calice. E allora cosa fare? Il trucco è quello di affinare i sensi per cercare di carpire quante più informazioni possibili su ciò che ti stai apprestando a bere.

D’altronde, anche se ormai i tempi moderni hanno indotto un po’ tutti a velocizzare il ritmo quotidiano e soffermarsi sempre troppo poco sui sensi, questi restano lo strumento migliore che abbiamo per riuscire a cogliere le sfumature che qualsiasi cosa, in natura, ci consente di “afferrare!”.

E allora ecco che in una perfetta degustazione alla cieca gusto, olfatto e vista giocheranno un ruolo di primo piano che potrebbe fare la differenza! E’ importante che ci sia una corrispondenza e una certa logica nei passaggi tra vista, olfatto e gusto. Funziona per la degustazione di un vino così come per qualsiasi altro alimento: lo si compra perché ci attira l’aspetto ma anche perché profuma di buono e perché sappiamo che ci piace da morire!

Ecco, per affrontare tutte le fasi di una degustazione alla cieca dovrai trovare il giusto equilibrio tra i tuoi sensi, per farli lavorare bene e in perfetta armonia. 

Le fasi di una degustazione alla cieca

Fase della vista

La prima cosa che dovrai fare per capire quante più cose possibili del vino che hai nel bicchiere è quello di osservarlo. Fermati a guardarlo nei dettagli, mettendo a fuoco il suo colore e le sue sfumature. Ogni uva regala colori diversi e sarebbe riduttivo dire che un vino è rosso, ad esempio.

Quante tonalità di rosso esistono quando si parla di vino? Rispondiamo noi per te: tantissime! Montepulciano e Merlot regalano un rosso rubino intenso, un Pinot Nero avrà la stessa tonalità ma sarà un po’ più scarico e trasparente se bene osservato.

Un Lagrein sarà ancora rosso, ma i suoi riflessi vireranno quasi sul violaceo.  E ancora, l’osservazione del colore è importante anche per tracciare una linea divisoria tra vini giovani e vini invecchiati che generalmente regalano dei colori più intensi di rosso con tonalità che vanno addirittura sull’arancio.

L’importanza di osservare i colori vale ovviamente anche per i bianchi e per i rosati. Un bianco che ha un colore giallo con sfumature sul verdognolo ti indicherà che stai per degustare un prodotto giovane; un rosé con un colore piuttosto intenso ti racconta invece di una maggior tempo di macerazione delle bucce e di un vino che presenterà caratteristiche più definite.

Insomma soffermarsi sulle tonalità del colore è già un buona mossa per sapere qualcosa di più sul vino che ti appresti a degustare.

Fase dell’olfatto

Dopo un esame solamente visivo è importante che tu curi la parte legata all’olfatto. I vini in commercio sono così tanti che sicuramente è difficile, solo dal profumo, capire di che cosa si tratta.

Ma sicuramente un’attenta analisi del bouquet di un vino rappresenta un valido aiuto per restringere il campo. Ci sono delle uve che per caratteristiche sono decisamente più aromatiche di altre e la conseguenza è che anche i vini che da esse trovano vita saranno più aromatici.

Un esempio su tutti? Il Gewürztraminer, uno dei bianchi più aromatici e profumati tra quelli italiani. Già semplicemente “annusandolo” potrai capire che si tratta di uno dei vini bianchi del Nord, in questo caso del Sudtirolo, che vengono prodotti di norma con uve molto profumate e aromatiche.

Quando si parla della fase legata all’olfatto, è importante sapere che i profumi non sono tutti uguali ma anzi sono etichettati come primari, secondari e terziari.

Una definizione che alcuni esperti considerano superata e al tempo stesso troppo semplicistica ma che vale la pena spiegarti giusto perché tu abbia le idee un po’ più chiare su questa importante fase che caratterizza una degustazione alla cieca.

Profumi primari

I profumi primari sono quelli che caratterizzano l’uva: prima ti abbiamo fatto l’esempio di alcune uve più aromatiche, ecco i profumi primari sono quelli tipici di alcune uve che per natura sono rispetto a altre molto più profumate.

Profumi secondari

Ci sono poi i profumi secondari ovvero quelli che derivano dalla fermentazione alcolica. La fermentazione alcolica è un importante processo nella fase di trasformazione del mosto in vino ed è responsabile, tra le altre cose, anche della nascita di ulteriori profumi nel vino stesso. I profumi primari e quelli secondari sono caratteristiche che si riscontrano sempre e non possono mancare. In un vino, di qualsiasi tipo, ritroverai infatti sempre profumi legati al tipo di uva e quelli legati alla fermentazione alcolica.

Profumi terziari

Ci sono poi i profumi terziari, quelli che derivano dall’affinamento. Soffermarsi su questo tipo di profumi sarà importantissimo per restringere il cerchio quando dovrai cercare di individuare quale vino ti stai apprestando a degustare. In generale, possiamo dire che in tutti i vini che hanno fatto affinamento in acciaio non si riscontrano profumi terziari che invece sono presenti eccome nei vini che hanno fatto affinamento in botte grande, barrique o tonneau. In questo caso sarà molto probabile individuare sentori particolari di cuoio o tabacco, di legno e caffè, quelli che il materiale in cui hanno fatto affinamento ha passato loro.

Fase del gusto

La fase finale di una degustazione alla cieca comprende poi la degustazione vera e propria che in molti attendono trepidanti. E’ chiaro che anche questa fase si rivela molto importante per cercare di capire di che vino si tratti.

Diamo che attraverso la degustazione devi fare attenzione a un aspetto: ritrovi in bocca tutti quello che hai sentito concentrandoti sui profumi? Oppure al palato il vino è diverso, in meglio o in peggio? 

Quando nel tuo calice c’è un rosso, cerca di concentrarti su alcuni aspetti, ad esempio sulla presenza di tannini che in bocca regalano sempre una certa astringenza, ovvero una sensazione di asprezza e ruvidità.

Sangiovese o Sagrantino, ad esempio, sono vini che presentano tannini potenti e per questo al palato sono anche molto astringenti. Ci sono poi alcuni vini invecchiati, come ad esempio Barolo e Brunello, che sembrano essere un po’ smussati nell’astringenza ma solo a causa dell’affinamento in legno.

Se nel calice hai invece un bianco, concentrati sull’acidità che è un rilevatore importante. Quanta salivazione e quanta freschezza porta al palato quel vino?

Più è alta e più si tratterà di un bianco giovane. L’acidità peraltro è nel vino bianco anche una variabile importante per valutare lo stato di salute di ciò che stai bevendo. Quando è assente è probabile che il vino abbia superato la sua fase migliore.

Creato il 05/02/2023. © Riproduzione riservata.