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La vendemmia: due epoche a confronto
Stile e cultura del vino

La vendemmia: due epoche a confronto

Veronica Nava
Veronica Nava
Wine Specialist

Settembre è il mese della vendemmia! Il mese più importante per molte persone, per molti vignaioli ma soprattutto per la nostra cultura territoriale.

Indice

Il valore storico e umano della vendemmia risale a tempi antichi, tramandato di generazioni in generazioni attraverso i metodi di lavoro agricolo e conoscenze contadine, un evento annuale di lavoro, condivisione e anche di festa.

La vendemmia: il lavoro ieri

L’arrivo e l’inizio della vendemmia era il periodo più atteso dai contadini, era “il momento di tirare le somme” di un’intera annata di lavoro e fatica e, ieri come oggi, non sempre ripagata.

Inverni troppo rigidi, estati troppo calde e siccitose come improvvise grandinate potevano, come possono ancora, rovinare o addirittura annullare un intero lavoro.

Lavorare nelle vigne implicava numerose attività, trattamenti alle viti, togliere le erbacce tra i filari, monitorare che non ci siano malattie e, al momento della raccolta, tini, tinozze e ceste si caricavano su carri trainati da buoi e, al sorgere del sole, intere famiglie di contadini si avviavano per iniziare la vendemmia.

Per prima cosa, arrivati in vigna, si scaricavano tutti gli attrezzi del lavoro, le ceste posizionate sotto il pergolato pronte per essere riempite di grappoli una volta staccati dai tralci della vite con forbici o con una lama di coltello, sempre con un colpo netto.

Una volta ricolmi di uva i cesti venivano svuotati dentro la bigoncia (recipiente di legno fatto a doghe con capacità di 50 lt di capienza), caricata a spalla dal più forte per essere poi svuotata nella tinozza e pigiata a piedi nudi.

La vendemmia era lavoro fatto di fatica e di soddisfazione ma anche di condivisione. Il momento del pranzo era uno di questi, un vero rito dove le donne arrivavano nei campi con cestini pieni di vivande. Questa è la vendemmia che si faceva, la vendemmia di ieri.

La vendemmia oggi: le nuove tecniche

Oggi le cose sono cambiate e per la vendemmia si utilizza, sempre più spesso, il metodo meccanico. Ottimi risultati in termini di qualità di lavoro, rapidità di raccolta, possibilità di raccolta notturna e di riduzione di costi. Anche la pigiatura oggi si svolge meccanicamente e la tecnologia è sempre più presente nel mondo del vino.

Le nuove tecniche di lavoro utilizzate e non solo in vigna, riescono a mantenere alta la qualità. Una volta con l’arrivo delle prime macchine e pensando alla raccolta meccanica, questa si considerava un deterrente per la qualità ma ad oggi queste tecniche sono lo standard di successo in tutto il mondo.

I progressi tecnologici ci hanno sempre di più reso le macchine precise e sicure nel mondo della viticoltura, macchine in grado di ottimizzare i tempi e risorse, senza sacrificare la qualità del prodotto finito.

Unire la tradizione all’innovazione del saper fare vino è un obbiettivo per molte realtà, sempre attenti alla qualità ma sempre di più con lo sguardo ben attento al futuro.

La Cantina Senatore é considerata, nel panorama vitivinicolo del Ciró, una testimonianza antica di competenza, tradizione e innovazione. L’utilizzo delle basse temperature e quindi del freddo, é utilizzato in fase di vendemmia e pigiatura. Il freddo, infatti, preserva in maniera naturale i precursori aromatici contenuti nelle uve (sulle bucce). Il percorso che segue Senatore Vini è la crio-precipitazione, metodo che deriva da un’evoluzione fisica e che sfrutta solo ed esclusivamente la bassa temperatura. 

L’importanza del territorio

Il clima, da ormai qualche anno, porta il vignaiolo e il cantiniere a dover intervenire sul territorio in maniera diversificata.

È importante conoscere molto bene il territorio dove si produce e sapere come intervenire per poter ottenere dei buoi risultati e buoni raccolti. Il sapere, che nasce dal contatto col proprio territorio, negli anni viene utilizzato per il “nuovo sapere Tecnologico” per poter intervenire repentinamente a cambiamenti climatici inaspettati.

Una tradizione però che la tecnologia non ha cambiato è la convivialità e la gioia della vendemmia, dall’attesa alla conclusione, sono sempre giorni e momenti fatti di emozione dove la giornata termina sempre con un calice in mano e il finire della vendemmia termina sempre con una festa dove si mangia e si brinda tutti insieme.

Un esempio è la Cantina Morgante , azienda che si trova a Grotte un piccolo paese della provincia di Agrigento, a circa 21 chilometri dal mare e dalla Valle dei Templi. I vigneti sono immersi in un paesaggio che seduce per la naturalezza delle colline che si alternano con piccole valli ad altimetrie variabili da 350 a 550 metri dal livello del mare, caratterizzate da differenze di temperature di circa 10 – 15 °C tra il giorno e la notte e per le peculiarità dei terreni argillosi, calcarei e marnosi. Il territorio è affascinante e coinvolgente e dona uno stile inconfondibile al marchio Morgante che è riconosciuto in tutto il mondo.

La tecnologia

La tecnologia ha fatto grandi passi nel mondo del vino ed è sempre in continua evoluzione rendendo sempre più alta la qualità del prodotto finito. Una cosa però non è ancora riuscita a fare, sostituire l’occhio attento dell’uomo.

La vendemmia meccanica riduce i tempi di raccolta in quanto più veloce dell’uomo ed è in grado di raccogliere una maggiore quantità di uva abbassando notevolmente i costi della forza lavoro sia le spese di produzione, di contro, a volte pecca sulla qualità e l’integrità dell’uva.

Con la vendemia manuale l’esperienza del vendemmiatore permette di raccogliere e selezionare attentamente le migliori uve, queste sono caratteristiche che una “vendemmiatrice moderna” non possiede.

Meccanicamente si possono raccogliere anche frammenti di foglie, strati della corteccia della pianta e altri materiali, oltre al rischio di rotture degli acini delle uve con la fuoriuscita del mosto innescando fenomeni ossidativi.

È anche vero che l’aiuto delle macchine permette di raccogliere l’uva nei tempi giusti di piena maturazione in quelle realtà dove le aziende dispongono di una superficie vitata molto estesa e che diversamente si rischierebbe situazioni climatiche tali da comprometterne il raccolto.

Sorge quindi una domanda, cosa scegliere? Vendemmia manuale o vendemmia moderna? Forse la giusta domanda è: che vino si vuole produrre? Eccellenza e qualità o grandi numeri e grandi mercati?

Enoturismo e vendemmia: alla scoperta della vendemmia come esperienza diretta

Benvenuta Vendemmia, dove l’enoturista ha l’occasione di diventare vendemmiante per un giorno. Le vigne si aprono e si riempiono di grandi e piccoli raccoglitori di grappoli, pronti a diventare parte di questo rito annuale e raccogliere con le proprie mani i grappoli di uva dai tralci di vite immersa in un panorama fatto di natura, distese verdi e spazi a cielo aperto.

Moltissimi gli italiani e non solo, famiglie e appassionati ma anche curiosi di nuove esperienze, hanno messo le mani tra le viti. Un’esperienza indimenticabile che ha visto una continua crescita di richieste, registrando prenotazioni da una stagione con l’altra.

Organizzare un evento così non è facile, trasformare i vigneti e cantina da luoghi di lavoro a luoghi turistici non è poco. Per prima cosa dedicarsi all’accoglienza come ogni buon padrone di casa. Cortesia, gentilezza e pazienza non devono mancare nello spiegare ed organizzare con loro l’indimenticabile esperienza di diventare vendemmiatori perfetti dove tecnica e divertimento si devono unire alla perfezione.

Vanno poi organizzati spazi, tavoli e buffet da proporre, ceste e merende da offrire con salumi, formaggi, taglieri, calici e vino. Aprire varchi e passaggi con zone dedicate al ristoro che solitamente non vengono utilizzate ma che si prestano per accogliere grandi numeri di persone.

Una vera e propria esperienza gastronomica

Non solo vendemmia, si può scegliere ed unire anche esperienze di visita guidata della cantina e alla scoperta del territorio, esperienze gastronomiche come ricette particolari da abbinare al vino della casa e non può mancare, soprattutto per i più piccoli dopo la faticosa raccolta, l’esperienza della pigiatura con i piedi.

Tinozzi in legno che vengono riempiti con l’uva raccolta e la novità “passata” nel vedere il primo succo d’uva formarsi con la pigiatura per mezzo dei piedi. La capacità di non rompere i vinaccioli e i grappoli, grazie a una leggera compressione che basta a provocare lo spacco dell’acino.

Una tradizione ed usanza passata che, mai come oggi, si fa moderna. È sempre una gioia per chi la prova ma lo è ancor di più vedere quanta gente apprezza e ricerca quelle esperienze sempre solo sentite attraverso racconti che si prestano nell’ essere vissute ai giorni nostri rendendosi conto di quanto lavoro e quanto divertimento riuscivano a creare.

Le Cantine come luogo di turismo e per il turismo, esperienze che si tramandano e che si vivono grazie a tutti coloro che oltre a fere vino, del buon vino, fanno della propria Cantina un’esperienza di storia, divertimento e piacere.

Creato il 02/10/2022. © Riproduzione riservata.
Veronica Nava
Sull'autore:
Wine Specialist
La mia vita... "cogliere l' essenza di ogni viaggio", quello di tutti i giorni! Dal liceo artistico l'amore per le forme, le linee, i tratti. Cogliere gli stimoli esterni per renderli esperienze... di crescita, di scelte, passate e presenti. E […]