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EnoArte: il vino rosso “invecchia” sulla tela
Vino Cinema e Arte

EnoArte: il vino rosso “invecchia” sulla tela

Silvia Cutuli
Silvia Cutuli
Giornalista

La pittrice toscana Elisabetta Rogai con EnoArte ha inaugurato l’originale tecnica che utilizza il vino rosso al posto del colore, tenendo così a battesimo le sue tele wine-made.

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Un calice di vino? Sì, ma non da sorseggiare in questo caso, bensì un calice dove intingere il pennello e dare sfogo alla creatività artistica. Non avete mai visto niente di simile?

Con la tecnica dell’enoarte, il vino rosso diventa il colore prediletto per fissare il tratto sulla tela, rubando le sfumature della natura per dare vita a immagini come nella pittura classica.

Vino rosso al posto del colore: materia e natura sono legate a doppio e indissolubile filo. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato. Infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. 

Il precursore di Enoarte

L’artista toscana Elisabetta Rogai, pittrice per vocazione, nata a Firenze, ha dato il via al fortunato incontro tra vino e arte.

Rogai racconta di come a una cena tra amici cadde del vino sulla tovaglia, nessuno riuscì a togliere la macchia.

L’artista, incuriosita dall’accaduto, chiese spiegazioni a un chimico ponendo così le basi per enoarte, tecnica nata nel 2010 e messa a punto presso uno dei laboratori scientifici dell’Università di Firenze.

Quadri wine made

I quadri wine made prendono vita su normali tele con l’uso esclusivo di vini bianchi e rossi che vanno a colorare il primo tratto di carboncino per delineare le figure, senza l’aggiunta di altri componenti.

L’innovazione sta poi nel processo di invecchiamento del vino usato proprio per dipingere. Con la tecnica di finissaggio naturale i colori non sbiadiscono, invecchiano sulla tela e passano dai toni violacei, melanzana, porpora a quelli più maturi mattone, ambra, aranciato.

Un processo questo dell’invecchiamento, che in cantina e in botte richiederebbe diversi anni: sulla tela si avvia già dopo un mese.

Quali sono i vini prediletti per dipingere?

Il Nero d’Avola, vitigno siciliano e il Colorino, vitigno tipico della produzione toscana sono i prediletti selezionati dopo esperimenti e prove e risultati i più adatti all’utilizzo su tela.

Il laboratorio dell’Università di Firenze ha poi fatto il resto riuscendo a ottenere una riduzione a freddo particolarmente adatta alla pittura.

Nell’ultimo periodo Elisabetta Rogai ha dato il via a un nuovo capitolo di enoarte con l’aggiunta dei colori ad olio al vino. Ciò serve a creare dei contrasti cromatici intensi e luminosi.

«Insieme al vino e ai colori a olio nelle mie opere più recenti compare spesso un tratto deciso – color “rosso Pozzuoli” spiega l’artista – che mette in evidenza il soggetto e dà ancora più risalto alla tela dipinta».

Se il vino fosse un dipinto

Cavalli al galoppo, volti di donne e paesaggi italiani: sempre più aziende vinicole hanno chiesto a Elisabetta Rogai di dipingere con il proprio vino. Una nuova forma di promozione del vino italiano quella di mostrarne su tela la versatilità.

Già nel 2016 uno dei dipinti di Rogai dal titolo Astrid, diventa l’etichetta del vino ufficiale del primo semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea, un Chianti Classico.

L’artista negli anni è volata ai quattro angoli del mondo per una serie infinita di mostre: Washington, Los Angeles, Hong Kong, Cannes, Roma, Milano, Venezia, Siena, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Firenze (Palazzo Medici Riccardi).

Elisabetta Rogai è stata anche nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation.

Tra le ultime opere realizzate con enoarte c’è anche il Dante infernale, la tela dipinta con vino e colore rosso a olio realizzata in occasione delle celebrazioni del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. 

Lettura consigliata: Guida alle diverse tipologie di vino

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Creato il 10/11/2021, aggiornato il 11/07/2022. © Riproduzione riservata.
Silvia Cutuli
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La scrittura? Una passione divenuta la mia professione e che oggi condivido con i miei studenti dell'Accademia di Costume e Moda e dell'Istituto Europeo di Design. La scrivania della mia cameretta è stata da sempre il luogo dove rifugiarmi, carta […]