

Moscato: origine, caratteristiche e abbinamenti
Quando si parla di Moscato si apre un mondo meraviglioso fatto di numerose sfumature e tanta storia. È questo un vitigno che può produrre sia uva bianca che rossa, dando così la possibilità di dare vita a vini completamente diversi tra di loro sia per colore che per caratteristiche intrinseche.
Esistono diverse varietà di questa uva e vale davvero la pena approfondirne la conoscenza per poter così essere in grado di degustare tutti i vini che ne derivano. In questo articolo faremo proprio questo, raccontandoti un po’ di questo vitigno e dei vini a cui dà origine e che sono apprezzati non solo in Italia ma anche nel resto del mondo.
Tipologie di Moscato: cosa c’è da sapere
Esistono tre famiglie di vitigni: Moscato Bianco, Moscato Nero e Moscato Rosa. Il primo è sicuramente quello più pregiato e anche più conosciuto. In Italia, ad esempio, sono oltre 30mila gli ettari dedicati alla coltivazione di questo tipo di vitigno tra Piemonte, Veneto, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Toscana e Sicilia.
Il Moscato è la quarta uva bianca più allevata nella nostra penisola e concorre a dare vita a numerose DOC anche molto famose: Moscato di Trani DOC in Puglia, Moscatello di Montalcino DOC in Toscana, Moscato di Pantelleria DOC e Moscato di Noto DOC in Sicilia. E ancora, Alto Adige Moscato giallo DOC in Trentino Alto Adige, Molise Moscato passito DOC in Molise, Moscato di Chambave DOC in Valle d’Aosta.
In purezza, invece, il Moscato concorre alla composizione di 4 pregevoli DOCG: Moscato di Scanzo DOCG in Lombardia, Moscato d’Asti DOCG e Asti Spumante DOCG in Piemonte, Fior d’Arancio Colli Euganei DOCG in Veneto.
È insomma un tipo di uva che trova largo spazio in Italia ma anche all’estero. In Francia, si usa l’appellativo Musqué per definirla.
Alla grande famiglia appartengono 9 varietà diverse: il Moscato Bianco, il Moscato Giallo, il Moscato Rosa, il Moscato d’Alessandria o Zibibbo, il Moscato Nero di Acqui, il Moscato Nero di Scanzo, il Moscatello Selvatico, il Moscato di Terracina e il Moscatello di Saracena. Una famiglia grandissima, insomma, che regala grandi gioie agli amanti dei vini che potranno così apprezzarne le tante sfumature.
Descrizione delle più diffuse tipologie
Abbiamo già anticipato che il Moscato Bianco è quello più diffuso e anche più pregiato. Predilige terreni calcarei per crescere rigoglioso e un clima asciutto e ventilato; è in grado di resistere bene, però, anche a grandi periodi di siccità. È un vitigno la cui produzione è costante e questo garantisce a chi lo coltiva una certa sicurezza in termini di produzione. Difficilmente si registrano annate in cui le quantità di uve tradiscono le aspettative. La maturazione di questo tipo di uve è considerata medio-tardiva; la vendemmia infatti non comincia mai prima della fine del mese di settembre.
C’è poi il Moscato Giallo che, rispetto al Bianco, ha un grappolo più grande e più allungato e una buccia più spessa. Anche questo viene vendemmiato verso la fine di settembre.
Esiste poi il Moscato Rosa altresì chiamato Rosenmuskateller. È una varietà piuttosto rara che in Italia trova spazio soprattutto in Trentino Alto Adige con una discreta presenza anche in Piemonte e in Friuli Venezia Giulia. La buccia dei suoi acini è – come facilmente ipotizzabile – di colore rosa e il suo profumo ricorda quello di rosa e di fiori, a differenza degli altri tipi di Moscato che regalano bouquet generalmente più fruttati che floreali. Anche la vendemmia del Moscato Rosa è abbastanza tardiva: comincia infatti a fine settembre ma spesso si allunga anche a tutto il mese di ottobre.
Vale poi la pena menzionare il Moscato di Alessandria o Zibibbo (quest’ultimo è sicuramente il nome più conosciuto insieme al Bianco) che ha acini di dimensione parecchio grande, di colore verde e una buccia molto spessa. È l’uva usata per il pregiato Passito di Pantelleria DOC che probabilmente avrei sentito nominare.
L’elenco delle uve Moscato sarebbe ben più lungo, ma ci fermiamo qua avendo elencato le varietà un po’ più conosciute.
Caratteristiche del Moscato
Ma quali sono le sue caratteristiche? Si tratta di un tipo di uva molto aromatica e tutta questa aromaticità che caratterizza gli acini si ritrova poi anche nel calice. I vini a base di uve Moscato sono infatti molto aromatici. All’olfatto sprigionano davvero numerosi aromi, in primis quell’inconfondibile odore di muschio che viene poi impreziosito da sentori di salvia e pesca oltre che di miele. Insomma avvicinare il naso al calice diventerà un’esperienza davvero entusiasmante! In bocca i vini a base di Moscato sono leggeri e freschi e caratterizzati da un retrogusto al sapore di miele che li rende inconfondibili. Insomma i vini a base di uve Moscato sono tutti da provare!
Moscato: quanto costa?
Il costo di una bottiglia di Moscato dipende da una serie interminabile di variabili: qualità delle uve, metodo di vinificazione e zona di produzione, ad esempio, sono tutti aspetti che influiscono in modo concreto sul suo prezzo. Il consiglio è dunque quello di chiedere informazioni più precise ai vari produttori per comparare in modo efficace i costi e avere dunque un’idea della bottiglia che garantisce il miglior rapporto tra qualità e prezzo.
I migliori abbinamenti con il cibo
Il Moscato è ottimo come vino da dessert, in abbinamento a pasticceria secca soprattutto. Ma è indicato anche per accompagnare dolci da forno e dolci a base di frutta, siano essi crostate o altre tipologie di torta. Il dolce che meglio si abbina al Moscato è comunque il panettone, ecco perché questo vino trova spesso spazio sulle tavole durante le festività natalizie. Questo vino però può essere stappato anche per l’aperitivo e abbinato a salumi e formaggi; da provare anche in abbinamento a molluschi e crostacei.
A che temperatura servire il Moscato per ottenere i migliori risultati? La temperatura giusta è quella che va dagli 8 ai 10 gradi. In questo modo sarai in grado di riuscire a cogliere tutti i profumi che questo vino così amato è in grado di sprigionare. Temperature troppo basse o troppo alte, infatti, tendono a snaturare il vino e sarebbe questo un gran peccato.