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Soave: storia, origini, caratteristiche e abbinamenti
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Soave: storia, origini, caratteristiche e abbinamenti

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Il Soave è un vino bianco che prende il nome dalla cittadina della provincia di Verona in cui è prodotto. Molto amato in Italia, trova larghi consensi anche all’estero, dove la richiesta è altissima. Questo vino deve essere realizzato da uve Garganega (minimo 70%), Trebbiano di Soave e Chardonnay (massimo 30%). Un blend che conferisce al vino diverse sfumature per quanto riguarda colori e profumi. Se vuoi sapere qualcosa di più sulla storia del Soave ti invitiamo a leggere di seguito.

Soave: produzione e storia

La zona di produzione di questo vino è quella che si trova ad est della provincia di Verona e che si estende fino ad arrivare alla provincia di Vicenza. Una porzione di terra piuttosto estesa che include la collina di Soave, da cui appunto il vino prende il nome.

Le terre in cui i vigneti adibiti alla produzione di Soave crescono hanno sfumature diverse tra di loro: di base però possono essere definite vulcaniche e quindi estremamente fertili e ideali per l’agricoltura, così come già avevano scoperto gli antichi romani che avevano già coltivato vigneti in queste terre per produrre quella che non era una bevanda da vendere quanto un nettare per imperatori, re, doge, papi e vescovi.

Dai suoli basaltici che caratterizzano una porzione delle terre di produzione del Soave nasce un vino minerale che si differenzia per caratteristiche da quello che trova vita dai suoli calcarei che caratterizzano un’altra porzione di terre adibite al Soave. Il vino che nasce dalle uve di queste zone è infatti caratterizzato da note di fiore bianco, albicocca, mela dolce e agrumi

La storia del Soave è decisamente antica. È il 9 giugno del 1901 quando nasce la Cantina Sociale di Soave che fu la prima cooperativa agricola del Veronese, poi seguita successivamente dalla creazione del Consorzio Tutela Vino Soave e Recioto di Soave con l’obiettivo di proteggere e ricostruire i vigneti locali dopo un lungo periodo di malattie (fillossera e peronospera) che avevano colpito le vigne e di conseguenza anche i vignaioli del posto, “costretti” a fare i conti con una situazione di grande difficoltà. Se si pensa però solo al mix di uve Garganega e Trebbiano di Soave, bisogna tornare ancora più indietro nel tempo: già agli inizi del 1800 alcuni studiosi avevano identificato questo mix come il migliore a livello qualitativo. 

Vino Soave: caratteristiche

Ma quali sono le caratteristiche principali del vino Soave? Come detto, a seconda della zona di produzione delle uve, questo bianco può acquistare sfumature diverse che sono riconoscibili dai più esperti.

In generale però possiamo dire che il Soave è caratterizzato da un profilo aromatico decisamente intenso, e al palato garantisce leggerezza e freschezza. Tutte le versioni di Soave sono accomunate da un leggero retrogusto di mandorla sul finale che rende questo bianco davvero unico e speciale. Il suo colore è giallo paglierino tendente al verdognolo, la sua acidità è contenuta. La gradazione si aggira intorno agli 11.5-12 gradi.

Sempre nella zona del Soave viene prodotto il Recioto, un vino passito che trova appunto vita dall’appassimento delle uve Garganega (minimo 70%) e Trebbiano di Soave (massimo 30% di cui un 5% può anche essere sostituito da altro tipo di uva a bacca bianca non aromatica che siano coltivate nella provincia di Verona).

Temperatura di servizio

Per gustare al meglio un vino occorre servirlo alla corretta temperatura di servizio. È questa infatti una variabile importantissima che è in grado di condizionare la degustazione. Un vino servito troppo freddo o troppo caldo viene snaturato. Un vino portato in tavola alla giusta temperatura, per contro, riesce a sprigionare al meglio tutte le sue caratteristiche. Qual è allora la corretta temperatura di servizio del Soave? 10 gradi: in questo modo questo vino bianco così armonico e equilibrato potrà essere degustato e apprezzato in tutte le sue sfumature. 

Abbinamenti tra cibo e vino Soave

Quali sono i migliori abbinamenti col cibo davanti a un calice di buon Soave? Questo bianco è un vino abbastanza versatile quindi garantisce un largo numero di accostamenti. Occorre tenere presenti quelle che sono le sue caratteristiche principali per poterlo abbinare alla pietanza giusta.

Il Soave si abbina molto bene ai piatti di pesce, quelli però non troppo elaborati. È ottimo se degustato con antipasti a base di pesce semplici e gustosi, oppure con primi “in bianco”. Essendo un vino però fresco e leggero, è ottimo l’accostamento anche a molluschi e vongole.

Provalo con i tortelli di zucca e non te ne pentirai: la nota dolce dell’ortaggio verrà accompagnata in maniera discreta da questo vino e l’abbinamento sarà perfetto al palato! Questo bianco va d’accordo con il pesce ma anche con la carne, in particolare quella bianca. Un calice di questo vino è ideale se deciderai di mangiare del coniglio o del pollo, per esempio.

C’è poi nella tradizione culinaria veronese un piatto preparato proprio con l’utilizzo di questo vino. Si tratta del lavarello alla rucola, un pesce leggero che si presta benissimo ad essere cucinato con pochi ma gustosi ingredienti. Un lavarello da circa 250 gr (pulito, spinato e deliscato), qualche fogliolina di rucola, della farina bianca, mezzo bicchiere di vino Soave e olio extra vergine di oliva è tutto ciò che serve per realizzare un piatto davvero gustoso che esalterà le sue caratteristiche principali se accompagnato da un buon calice di Soave, utilizzato – come appena detto – anche per la preparazione.

Carne, pesce, verdure: il Soave è davvero un vino che si presta benissimo a una lunga lista di abbinamenti a tavola. Siamo sicuri che troverai quindi la migliore opzione per poterlo degustare a tutto tondo. 

Creato il 21/08/2023. © Riproduzione riservata.