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Vino Barolo: il vino piemontese conosciuto in tutto il mondo
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Vino Barolo: il vino piemontese conosciuto in tutto il mondo

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Dal Piemonte, precisamente dalla zona delle Langhe, arriva un prodotto di grande spessore e conosciuto in tutto il mondo. Il vino Barolo. Ma quali sono le peculiarità di questo vino? Scoprilo in questo articolo.

Indice:

Il Barolo è uno dei vini piemontesi più prestigiosi ed è conosciuto (e apprezzato) in tutto il mondo. La zona di produzione è soprattutto quella delle Langhe ovvero quella compresa tra le province di Cuneo ed Asti, terra meravigliosa e tutta da scoprire.

Sono le uve Nebbiolo a dare origine a questo vino di grande spessore che viene realizzato in undici comuni: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi.

Continua a leggere per scoprire tutte le caratteristiche del vino Barolo e quali sono le cantine principali che lo producono. 

Barolo: caratteristiche organolettiche e origini

Le uve Nebbiolo che danno origine al Barolo nascono e crescono in un clima particolarmente favorevole che le rende ideali per offrire un vino di grande personalità e apprezzato in tutto il mondo.

Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini a denominazione controllata e garantita Barolo devono rispettare alcune precise caratteristiche.

Queste caratteristiche sono rintracciabili nelle terre adibite alla coltivazione dell’uva che sono quelle (prima menzionate) dei comuni della provincia di Asti e di Cuneo.

I terreni devono essere argillosi e calcarei, l’altitudine non deve essere inferiore a 170 metri s.l.m. e non superiore a 540 m s.l.m.

Anche l’esposizione al sole deve rispettare alcuni importanti requisiti utili a garantire uve di qualità che maturino nel modo corretto prima della vendemmia.

Ci sono poi delle tabelle di riferimento per quanto riguarda la rendita massima di uva ad ettaro di vigneto in coltura specializzata per la produzione dei vini Barolo (8 t/ha). 

Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento obbligatorio per la produzione del Barolo Riserva devono essere effettuate in una zona delimitata. 

Insomma sono molte le regole da osservare per poter produrre questo vino le cui caratteristiche organolettiche sono ben riconoscibili.

Il Barolo ha un colore rosso granato con riflessi che virano verso l’arancio. Il suo bouquet è complesso, con note floreali e fruttate che si accompagnano a note più marcate di spezie. In bocca, ha un gusto elegante e persistente, un vino di grande importanza che, proprio per queste sue caratteristiche, è considerato tra i più nobili dell’intero Piemonte.

Ci sono due versioni di Barolo: quella tradizionale e quella Riserva, vini di grande struttura, adatti alle grandi occasioni.

Il Barolo tradizionale viene affinato per almeno 3 anni, di cui almeno 18 mesi in botte. Quando gli anni di affinamento sono 5, di cui 18 mesi in legno, si parla di Barolo Riserva. 

Le cantine più famose del vino Barolo

Le cantine piemontesi che commercializzano Barolo sono numerose e molte sono davvero gradevoli realtà nel mondo della produzione vinicola. Cantine che spesso affondano le loro origini in anni lontani e che sono a conduzione familiare.

Ecco qualche nome delle aziende più famose:

Cantina Francesco Borgogno, attiva dal 1930: vinifica solo le uve provenienti dai suoi vigneti che si trovano in una delle migliori posizioni di La Morra e cioè il “cru” delle Brunate.

Tra le migliori cantina produttrici di Barolo segnaliamo anche l’Azienda Agricola Vajra, a conduzione familiare: una delle più belle realtà della zona.

Ancora, l’Azienda Agricola Chiara Boschis che vanta circa 11 ettari di terra situati tra le migliori zone di produzione del vino Barolo. Anche questa cantina, come tante della zona, vinifica solo le uve di sua proprietà per garantire un prodotto di altissimo livello.

Ai piedi del Castello medievale di Barolo, Cascina Adelaide, è una cantina con struttura visionaria e metaforica, disegnata dagli architetti Ugo e Paolo Dellapiana dello studio Archicura di Torino con approccio ipogeo, così da fondersi con il paesaggio e risparmiare energia e permettendo ai vini di invecchiare al meglio.

Abbinamenti con il cibo, gradazione e temperatura di servizio

Trattandosi di vino di grande struttura e spessore, è facile intuire come il Barolo si abbini bene a ricette elaborate. Ecco perché molti preferiscono bere questo vino in inverno quando le temperature più fredde inducono anche a consumare cibi più sostanziosi.

Il Barolo è un vino decisamente tannico che ha quindi bisogno di alcune piccole accortezze per fare in modo che le sue caratteristiche possano essere apprezzate al meglio.

Il vino Barolo è ottimo se abbinato a una pasta con il sugo di carne (ragù) ma accompagna alla perfezione anche carni rosse arrosti, brasati e selvaggina.

Questo vino riesce ad accompagnare in maniera egregia anche formaggi stagionati, funghi e tartufi.

Si tratta sempre di piatti che sono in grado, per le loro caratteristiche, di esaltare il gusto deciso e potente di questo vino rosso che non risulta molto indicato in caso di piatti leggeri e dal sapore troppo delicato.

Trattandosi di un vino rosso importante e strutturato, il consiglio è quello di stappare la bottiglia almeno un’ora prima rispetto al consumo, per favorire una corretta ossigenazione.

La temperatura di servizio migliore per questo vino si attesta intorno ai 18 gradi. Assolutamente sconsigliabile mettere un vino di questo tipo in frigorifero, vorrebbe dire rovinarlo.

Per servirlo, è sempre un’ottima cosa utilizzare calici ampi da rosso che siano in grado di “raccogliere” tutti i profumi di questo vino e conservarli al meglio, evitando la dispersione. 

Consigli:

Ci sono alcune bottiglie di Barolo che necessitano di maggiori attenzioni. In caso di annate importanti, ad esempio per bottiglie invecchiate per dieci o più anni, il consiglio è quello di posizionare la bottiglia in verticale già dal giorno prima rispetto a quello del consumo per fare in modo che eventuali residui possano depositarsi sul fondo senza finire nel bicchiere.

In caso di annata “vecchia”, inoltre, il consiglio è quello di stappare la bottiglia molte ore prima, magari facilitando una corretta ossigenazione anche grazie all’aiuto di un decanter che in questi casi si rivela sempre un elemento prezioso. 

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Creato il 26/05/2022, aggiornato il 15/01/2023. © Riproduzione riservata.