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Passito di Pantelleria: Carole Bouquet e il Sangue d’oro
Stile e cultura del vino

Passito di Pantelleria: Carole Bouquet e il Sangue d’oro

Silvia Cutuli
Silvia Cutuli
Giornalista

L’attrice francese Carole Bouquet, musa di Buñuel, è produttrice e ambasciatrice nel mondo del vino passito di Pantelleria, raccogliendo un importante guato di sfida: lavorare il terreno vulcanico di una delle più affascinanti isole siciliane.

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Italia batte Francia, almeno sul terreno del passito, vino dolce firmato dall’attrice ed ex modella francese Carole Bouquet, classe 1964, da sempre innamorata della natura brulla di Pantelleria, geograficamente più vicina alla Tunisia che all’Italia.

Una parigina che ha sempre vissuto il Sud come promessa di felicità: così quando la collega e attrice Isabella Rossellini le ha parlato di Pantelleria, non ha esitato a visitarla ed eleggerla suo “buen retiro” da almeno 25 anni.

L’interprete di Quell’oscuro oggetto del desiderio (capolavoro di Luis Buñuel, 1977) ha acquistato un dammuso circondato da 25 ettari di vigneto: “Che ne faccio?” Si è chiesta. Una cantina l’unica risposta pervenuta.

Non un hobby, ma una vera passione che con l’aiuto dell’enologo Donato Lanati, ha dato i suoi frutti. È nato così il passito di Pantelleria Sangue d’Oro. «Il nome mi è venuto in un attimo, mi è sembrato una sintesi perfetta – ha raccontato. – Sangue perché costa sangue lavorare il terreno vulcanico, senza considerare che non si ha potere su pioggia-sole-vento; d’Oro per via del colore e perché qui siamo un po’ alle porte dell’Oriente». 

Carole Bouquet: vip Vigneron in Italia

La Bouquet non è la prima, né l’ultima tra i “vip vigneron” che scelgono l’Italia per produrre i loro vini. Per molti un hobby per altri, come nel suo caso, una vera passione.

«Incredibile la sensazione di libertà e leggerezza che quest’isola mi dona», ha confidato l’attrice intervistata dalle più prestigiose riviste internazionali, da quando nel 2011 il Sangue d’Oro si è aggiudicato il premio Luigi Veronelli per il miglior vino italiano prodotto da uno straniero.

Il luogo preferito dell’isola? Il lago di Venere, dove si specchiava la dea Venere prima di incontrare Bacco. Il vino è molto più difficile da fare del cinema, ma l’interprete francese si è lasciata conquistare appieno dalla meraviglia dell’uva.

Pantelleria: il vitigno Zibibbo

L’avventura nel vino inizia quando, a Pantelleria, Carole Bouquet compra i vigneti vecchi di Moscato di Alessandria Zibibbo, in una terra in cui la viticoltura è eroica, per via del suolo roccioso, vulcanico, scosceso e la posizione interessata da forti venti. Ragioni per cui, le viti vengono coltivate ad alberello, la macchinazione è pressoché inesistente e tutto viene lavorato a mano e a schiena ricurva.

Un tempo, le uve zibibbo venivano raccolte e vendute in cassetta sui velieri come uva da tavola; mentre quella invenduta e bella, veniva appassita stendendola sui muretti di pietra lavica: occorre un quintale di uva per produrre 17/18 kg di uva passita.

Passito di Pantelleria: terroir e vinificazione

Il suolo del Moscato di Pantelleria del vigneto di Carole Bouquet, è composto al 70% da pietra vulcanica e al 30% da argilla e limonite. La varietà dell’uva è Moscato di Alessandria, localmente chiamato Zibibbo, ovvero uva passita. 

La vigna dove l’uva cresce è su vari livelli, terrazze, circondate da un muretto in pietra per protezione dal vento che a Pantelleria soffia tutto l’anno. I grappoli, colti a mano, sono selezionati e lasciati a terra perché seguano il naturale processo di asciugatura al sole, il cosiddetto “appassimento”.

Dopo due o tre settimane dal processo di asciugatura naturale, i grappoli sono aggiunti a un vino di fermentazione per poi passare alla fase di dove viene inzuccherato. Dopo le varie fermentazioni e una volta chiarificato, il vino viene imbottigliato.

La provocazione del vino bianco di Pantelleria

Carole Bouquet ha pensato che l’alta concentrazione zuccherina del Passito, potrebbe limitarne la scelta da parte del consumatore. Da qui, l’idea di produrre un vino bianco secco di Pantelleria, adatto ai nostri giorni e di cui vedremo le prime bottiglie nel prossimo futuro.

Tipologie Passito di Pantelleria

 – Passito di Pantelleria: il suo colore giallo oro pallido rivela all’olfatto un intenso profumo di frutti maturi (mirabelle, albicocche, sfumature esotiche) e di frutti secchi (fichi secchi, uva passa, mela cotogna) ai quali subentrano profumi di frutta bianca. Al palato è fresco e soave.

 – Sangue d’Oro: è la cuvée d’eccezione e proviene da settori di terreni i cui rendimenti sono più deboli a causa della loro età ed esposizione. Di colore giallo dorato, presenta un profumo ricco, intenso, marcato di note di scorze d’agrumi candite, albicocche mature, mango. Al palato è vellutato e opulento, con il finale che si prolunga su fiori d’arancio e di gelsomino. 

Servire freddo a 11°C.  Ottimo come aperitivo con foie gras, parmigiano, formaggio Roquefort, pistacchi, mandorle o dessert come cantucci, biscotti dolci, cioccolato fondente, sorbetto.

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Creato il 10/11/2021, aggiornato il 20/07/2022. © Riproduzione riservata.
Silvia Cutuli
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La scrittura? Una passione divenuta la mia professione e che oggi condivido con i miei studenti dell'Accademia di Costume e Moda e dell'Istituto Europeo di Design. La scrivania della mia cameretta è stata da sempre il luogo dove rifugiarmi, carta […]