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Verdicchio: caratteristiche del principe dei vitigni marchigiani
Percorsi e itinerari del vino

Verdicchio: caratteristiche del principe dei vitigni marchigiani

ROSADIVINI
ROSADIVINI
Redazione

Il Verdicchio è un vitigno a bacca bianca autoctono delle Marche, diffuso nelle province di Ancona e Macerata, da cui si ottiene l’omonimo vino, uno dei bianchi più conosciuti e popolari in Italia.

Le due zone di produzione pregiate sono il territorio di Jesi (AN) nella Bassa Vallesina e il territorio di Matelica (MC) a cui corrispondono due DOC differenti.   

Il Verdicchio è uno dei vitigni a bacca bianca più conosciuti in Italia e senza ombra di dubbio il più famoso nelle Marche.

Pur essendo nato in questa regione, però, di recente si è ipotizzato che a portarlo qui avrebbero potuto essere alcuni coloni veneti. Questo perché alcuni studi scientifici avrebbero rilevato una parentela molto stretta tra questo vitigno e il Trebbiano di Soave e il Trebbiano di Lugana che sono invece alcuni tra i più importanti vitigni del Veneto.

Ha ottenuto la DOC nel 1968 nell’ambito della quale esistono le seguenti denominazioni:

  • Verdicchio dei Castelli di Jesi
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico (ottenuto da vigneti della zona originaria più antica)
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore
  • Verdicchio di Matelica    

Nel 2009 sono state istituite:

  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva DOCG (invecchiamento minimo 18 mesi)
  • Verdicchio di Matelica Riserva DOCG (invecchiamento minimo 25 mesi)

Per il Jesi e il Matelica esiste la DOC nelle versioni Spumante e Passito, due produzioni limitate e di antica tradizione locale.

Verdicchio: un vitigno antico

Le origini del vitigno Verdicchio affondano le loro radici in un’epoca parecchio lontana. Basti pensare che la prima testimonianza di un vino ricavato dalle sue uve risale addirittura al 410 d.C. quando Alarico, re dei Visigoti, prima di puntare su Roma decise di orientarsi verso i Castelli di Jesi per fare scorta di barili dell’antenato dell’odierno Verdicchio. A detta sua niente donava “sanitade et bellico vigor” agli uomini come era in grado invece di fare questo vino.

La coltivazione dei vigneti poi si diffuse in tutte le Marche ma solo nel 1800 il Verdicchio cominciò a far registrare una produzione di buon livello qualitativo. A cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta questo vitigno (e il conseguente vino) ebbe una vera e propria esplosione e, grazie anche ad alcune trovate di marketing (vedi la famosa bottiglia ad anfora ideata dall’architetto Maiocchi) conobbe grande fama non solo nelle Marche e in tutta Italia ma anche all’estero. 

A oggi il Verdicchio è coltivato solo ed esclusivamente nelle zone collinari della provincia di Ancona e in un’area più ristretta, per dimensioni, della provincia di Macerata.

Nel 1968 arriva un importante riconoscimento per il Verdicchio dei Castelli di Jesi che ottiene la DOC. Nel 2010 arriva poi la DOCG per le versioni Riserva e Riserva Classico. Insomma un vitigno di origini antiche e tutt’oggi tra i più rappresentativi, tra quelli a bacca bianca, dell’Italia. 

Curiosità sul nome: ma perché questo vino si chiama così? Perché ricorda la sfumatura verde che gli acini mantengono anche una volta maturati. Ecco spiegato le origini di questo nome così curioso.

Caratteristiche del Verdicchio

Il nome deriva dal colore dell’acino dell’uva, anche in piena maturazione infatti mantiene le sfumature verdi. Il colore può variare dal classico verdolino al giallo dorato intenso. La pianta è vigorosa, germoglia tardi e presenta un grappolo conico, compatto, alato e di media grandezza. La maturazione avviene in acciaio, alcuni produttori utilizzano anche le in vasche di cemento, più raramente le botti in legno.

Questo vitigno ha un forte potenziale per produrre vini di grande longevità, merito della struttura, dell’acidità e dell’elevato volume alcolico. Si ottengono vini freschissimi, dal discreto bouquet con note floreali e fruttate particolarmente evidenti. Inconfondibile, poi, il suo retrogusto di mandorla che lo rende davvero molto riconoscibile almeno ai palati più esperti.

Il Verdicchio è un vino molto versatile, amato dai più, e non a caso è anche il bianco più venduto al mondo. Le caratteristiche delle sue uve lo rendono perfetto per essere prodotto anche in versione Passito e Spumante.

Il territorio difforme e il microclima rendono le caratteristiche gustative piuttosto variabili. Le zone di Morro d’Alba e Corinaldo risentono dell’influsso marino, mentre le zone di alta collina, di Cupramontana, Apiro, Cingoli e Matelica, sono molto più fresche.

Lo stile produttivo delle cantine può essere orientato ad ottenere un vino più fresco e minerale o, in alternativa, un vino più pieno e strutturato, soprattutto per le Riserve che sono caratterizzate da una discreta longevità.

Negli ultimi dieci/quindici anni i viticoltori marchigiani hanno fatto passi enormi nel miglioramento qualitativo dei loro vigneti, delle uve e del vino prodotto. La prima grande svolta si è avuta nel 1999, quando il Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Balciana della cantina Sartarelli viene premiato a Bruxelles all’International Wine Challenge come miglior vino bianco del mondo. Dieci anni dopo, lo stesso premio fu conquistato dal Verdicchio dei Castelli di Jesi, dal Riserva Vigna Novali della cantina cooperativa Moncaro.

Nel 2014 è stato il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane e nel 2018 ha vinto la medaglia d’oro ai Decanter World Wine Award 2018, uno dei concorsi enologici più autorevoli al mondo che si svolge nel Regno Unito e che ogni anno chiama a raccolta i massimi esperti del settore. Un vino che tiene alta dunque la bandiera italiana nel mondo.

Jesi

La zona DOC dei Castelli di Jesi è situata lungo la Bassa Vallesina e arriva fino alla zona costiera nel comune di Senigallia, comprende 21 comuni in provincia di Ancona, ma non quello di Jesi, e 3 comuni in provincia di Macerata.

Nella zona DOC sono coltivati 2.190 ettari da 493 viticoltori, ma solo una minoranza sono anche imbottigliatori. La produzione da dieci anni è contingentata e per il 60% è effettuata da 38 aziende con una superficie coltivata superiore a 10 ettari.

Si distinguono la versione di Castelli di Jesi Spumante, Passito, Classico e, infine, Verdicchio Classico Superiore.

Il colore è giallo paglierino tenue, odore delicato e caratteristico, sapore asciutto, armonico, con retrogusto gradevolmente amarognolo.

Esistono delle tipologie a marchio DOCG: Riserva e Riserva Classico.

Matelica

Il Verdicchio di Matelica è prodotto da una ventina di cantine in Alta Vallesina nel territorio di otto comuni di cui sei in provincia di Macerata e due in provincia di Ancona.

Il terreno e il microclima della zona di Matelica, più interna e completamente circondata dalle colline, dà origine ad un vino meno corposo e struttura, dal minor contenuto alcolico. Al contempo questo vino è dotato di una spiccata mineralità, una maggiore acidità e caratteristiche aromatiche erbacee, più accentuate rispetto al Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Ha tre varianti: Verdicchio di Matelica, la versione Spumante e il Passito.

In aggiunta, esiste anche la tipologia Verdicchio di Matelica Riserva DOCG.

Il colore è giallo paglierino tenue, dalla limpidezza brillante; l’odore è delicato e caratteristico; il sapore è asciutto, armonico e con prevalenza di un retrogusto gradevolmente amarognolo.

Scopri i vini delle Marche.

Lettura consigliata: I migliori vini Verdicchio dei Castelli di Jesi e Matelica

Verdicchio e abbinamenti con il cibo

Tra le tante qualità possedute dal Verdicchio c’è la versatilità. Quando un vino viene considerato versatile? La risposta è semplice: quando questo garantisce una miriade di possibilità di abbinamenti a tavola. Ci sono bianchi, ad esempio, che vanno bene per essere degustati solo col pesce. Il Verdicchio esce da questi schemi e a tavola può essere degustato con pietanze anche molto diverse tra di loro garantendo appunto grande versatilità. E allora scopriamo qualcosa di più sugli accostamenti tra questo bianco e il cibo, andando a scoprire quali sono i piatti che da questo vino vengono esaltati nel gusto. 

Come molti bianchi, anche il Verdicchio è ottimo se degustato con primi piatti a base di pesce e frutti di mare, con il pesce al forno, alla griglia o al cartoccio. È in grado di esaltare il gusto dei molluschi e i crostacei.

È però ideale anche se degustato con altri piatti, ad esempio con gustose zuppe di verdure o con insalatone. Ancora, opta per il Verdicchio se mangi carni bianche accompagnate da un contorno di patate arrosto oppure punta su di esso in caso di selvaggina: l’acidità di questo vino lo rende perfetto anche con carni dal gusto piuttosto marcato. Tra gli abbinamenti ideali tra Verdicchio e cibo anche quello con i formaggi, con il tartufo e con la frutta secca.

E infine, sappi che il Verdicchio può essere degustato anche con alcuni dessert nella sua versione passita. I profumi che lo caratterizzano, infatti, lo rendono particolarmente adatto se degustato con pasticceria secca oppure con frutta candita o frutta secca. Un vino dalle molteplici sfumature, dunque, che a tavola può essere impiegato in moltissimi modi.         

Creato il 03/04/2022, aggiornato il 31/07/2023. © Riproduzione riservata.